Roma , sabato, 5. novembre, 2016 10:00 (ACI Stampa).
Trastevere. Non solo chiasso, pub, locali, ristoranti. C’è R.I.P.A. “Rinascere Insieme per Amore”. Questo progetto dei frati francescani intende realizzare insieme l'esperienza evangelica della vita condivisa in una fraternità aperta ai fratelli in difficoltà, ai quali offrire il calore di una famiglia e una vita in rinascita. I frati del Convento di San Francesco a Ripa in Trastevere, infatti, condividono con questi “speciali ospiti” la vita quotidiana, fornendo ai giovani in difficoltà, un supporto umano e spirituale. Alcuni volontari si impegnano invece a fornire assistenza sanitaria, orientamento al lavoro e alla formazione professionale, sostegno per l'ottenimento di permessi di soggiorno in caso di ospiti stranieri. ACI Stampa ha parlato di questo bel progetto nel cuore della capitale con il responsabile, Fra Roberto Bongianni.
Fra Roberto ci spieghi meglio, cos'è “RIPA” ?
R.I.P.A. è un progetto dei frati minori del Lazio, nato nel 2011 a Roma presso la chiesa di S. Francesco a Ripa; il progetto prende il nome da un luogo significativo per i francescani, sembra infatti che proprio qui Francesco amava soggiornare nei suoi viaggi a Roma, proprio in ragione del fatto che vi era un ospizio che accoglie le persone più povere, governato da Jacopa dei Settesoli, nobildonna romana e sua grande amica. RIPA è anche un acronimo è significa nelle sue iniziali Rinascere Insieme Per Amore. Vorrei iniziare proprio da qui per spiegare cos'è RIPA. E' una fraternità di frati minori e anche di laici che accoglie, in uno stile di piena condivisione e gratuità, persone che, a causa di gravi difficoltà economiche e sociali, sono state costrette alla vita di strada. Attraverso la relazione, l'incontro, la conoscenza reciproca e la condivisione, gradualmente si instaura e restaura quel clima di fiducia in sé e negli altri, che risulta indispensabile a favorire la riscoperta delle proprie risorse e dei propri doni, per arrivare con il tempo necessario, alla rinascita propria della persona. Obiettivo ultimo del progetto è così la rinascita della persona, come soggetto integrato, consapevole e autonomo, e il suo reinserimento sociale.
Quali sono i punti di forza e quali le difficoltà e i limiti di questo progetto?
I punti di forza più rilevanti del progetto sono la consapevolezza che ogni rinascita è opera di Dio, e che solo Dio può far rinascere una persona, attraverso un cammino che deve gradualmente essere svelato e riconosciuto; quindi in sostanza la consapevolezza di essere collaboratori della misericordia di Dio nella storia di ogni persona accolta; l'attenzione concreta alla persona in un accompagnamento che è assolutamente personale e mai standardizzabile in processi di servizi ai bisogni della persona (anch'essi sono importanti ma non sono il nostro specifico); il tempo di accoglienza che anch'esso è correlato al percorso di rinascita, alcuni possono durare anche alcuni anni; la rete di relazioni e di fraternità che viene costruita intorno alla persona; Punti di debolezza: il clima buono delle relazioni rende difficile il distacco per l'autonomia sia da parte di chi è accolto, sia di chi accoglie; l'attenzione alla qualità della vita fraterna impedisce inoltre l'accoglienza di persone con disagi psichiatrici, e dipendenze attive; difficoltà esterne oggettive legate alla crisi economica e del lavoro allungano i tempi dell'accoglienza.