Minsk , sabato, 30. settembre, 2017 19:55 (ACI Stampa).
L’Europa? Non è solo una terra, ma un compito spirituale. Al termine dell’assemblea plenaria di Minsk, i vescovi del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee lanciano, in pratica, la missione europea. Con l’obiettivo di trovare le vie perché la voce del Signore Gesù torni a risuonare “nel cuore dell’uomo europeo”.
È una missione di evangelizzazione, che non va letta però come un tentativo di conquista, una occupazione degli spazi pubblici. È, piuttosto, una preoccupazione pastorale, la necessità di “dire Gesù”, come aveva detto il Cardinale Bagnaco, presidente del CCEE, nella prolusione di inizio lavori. Anche perché è proprio il messaggio di Cristo ad essere “garanzia” dei “diritti e doveri umani”.
Per questo, il nuovo slancio dell’Europa richiesto anche da Papa Francesco non può prescindere dall’annuncio di Cristo, dato che “la dignità umana dove può essere ancorata solidamente se non in Gesù figlio di Dio fatto uomo?” Questo – aggiungono i vescovi – è “il contributo specifico del Cristianesimo all’identità europea, e due millenni di carità, arte, cultura, ne sono viva testimonianza”.
I vescovi partecipano allo slancio con la “lieta notizia”, un messaggio “alto e forte”, ma con “strumenti poveri”, perché “il Vangelo di Gesù è la perenne sorgente della storia europea, della sua civiltà umanistica, della democrazia, dei diritti e doveri e umani”.
Il Vangelo è dunque sorgente di “quella unità di ideali spirituali ed etici che è da sempre l’anima e il destino dell’Europa”. Una unità in cui i vescovi credono allo stesso modo in cui credono “ad un continuo cammino di riconciliazione che è parte non solo della storia, ma della vita, e che porta al rispetto e alla valorizzazione delle diverse religioni oltre ogni estremismo”.