Città del Vaticano , venerdì, 28. ottobre, 2016 18:00 (ACI Stampa).
"Un tesoro nascosto sotto la polvere di tanti secoli". Cosi il Cardinale Angelo Comastri ha definito la scultura lignea di Gesù Crocifisso, che risale alla prima metà del 1300, tornata in vita grazie ai lavori di restauro generosamente offerti e finanziati dai Cavalieri di Colombo.
La Fabbrica di San Pietro e il Capitolo Vaticano si sono adoperati per questo impegnativo lavoro, iniziato a luglio 2015 e terminato a settembre 2016. Sarà esposto al pubblico per la prima volta e ammirato da Papa Francesco il prossimo 6 novembre, durante il Giubileo dei Carcerati.
L'opera è contemporanea di Dante Alighieri ed è il crocifisso più antico presente nella Basilica di San Pietro. Dal 1749 era custodito nella Cappella delle Reliquie, situata tra la Cappella della Pietà e la Cappella di San Sebastiano dove è sepolto Giovanni Paolo II . Ricoperto da 9 strati di vernice scura sul corpo e 15 strati sul perizoma era impossibile leggere la bellezza e la drammaticità di questa straordinaria opera.
"E' come se fosse risuscitato - afferma il cardinale Comastri intervenuto alla conferenza stampa di presentazione - è riapparsa la forza espressiva di questa opera, che rappresenta Gesù, con perfezione anatomica impressionante, nell'atteggiamento di chi inala ossigeno e apre i polmoni per pronunciare le parole che illuminano tutta la storia umana: "Padre, perdonali. Tutto è compiuto".
Monsignor Vittorio Lanzani, Vicario del Capitolo Vaticano e Delegato della Fabbrica di San Pietro, afferma durante la conferenza stampa: " E' un' opera dall'immenso valore artistico, ma anche devozionale. Dalla fine del Cinquecento fonti letterarie riferirono questa mirabile scultura a Pietro Cavallini, definito da Giorgio Vasari "devotissimo e amicissimo dei poveri". La figura del Cristo è colta nell'attimo della morte: il volto è meraviglioso, gli occhi sono ancora aperti e le pupille attonite sono fisse nell'eterno".