Città del Vaticano , giovedì, 15. ottobre, 2015 15:54 (ACI Stampa).
Sono oltre 93 gli interventi dei padri sinodali nella discussione generale della terza parte dell’Instrumentum Laboris, quella che contiene anche le proposte per una via penitenziale per i divorziati risposati. Il dibattito è serrato, e le proposte di modifica (i cosiddetti modi) sono già 360, e manca ancora mezza giornata di discussione. In generale, i padri sinodali chiedono maggiore enfasi sulle Sacre Scritture e percorsi prematrimoniali più efficaci. Nessuno dice di voler cambiare la dottrina della Chiesa. Ma sono molto diversi gli approcci pastorali proposti.
Tutto parte comunque da un Instrumentum Laboris che buona parte dei padri sinodali vorrebbe cambiare. L’arcivescovo Stanislaw Gadecki, arcivescovo di Poznan e presidente della Conferenza Episcopale Polacca, sottolinea che “nel mio circolo, l’Italicus A, si è avuta l’impressione che la composizione di certe parti del documento era molto distorta. Alcuni si sono esposti per una revisione dell’Instrumentu Laboris, altri cercavano di cambiare parole e concetti, senza cambiare tutto. È mio parere che l’Instrumentum Laboris avrebbe potuto essere molto più organizzato di quello che è.”
Seppur più sfumato, anche l’arcivescovo messicano Carlos Aguiar Retes, già presidente del CELAM (la Conferenza Episcopale Latino Americana), conferma le difficoltà di approccio all’Instrumentum Laboris. “E’ importante ricordare che si tratta di uno strumento di lavoro, non di un documento finale… è fatto dalla somma di tutte le consultazioni delle Conferenze episcopali… credo che tocca a noi vescovi, padri sinodali, ricollocare tutti questi temi in modo organico.”
I temi sollevati sono moltissimi. Nel dibattito in aula – viene riferito al briefing in Sala Stampa della Santa Sede – in molti sono intervenuti sulla importanza della difesa della dottrina cattolica, e in molti hanno chiesto di riproporre l’insegnamento della Chiesa cattolica sul matrimonio e la famiglia: è la richiesta di un documento magisteriale, già presente in due delle relazioni dei Circoli minori sulla seconda parte.
Ovviamente, ci sono diverse sfumature, diverse possibilità, in particolare sul tema dell’accesso alla Comunione ai divorziati risposati. I resoconti linguistici ai briefing in Sala Stampa vaticana danno l’idea di una grande varietà di posizioni: c’è chi sottolinea che “nessuno ha l’autorità di cambiare l’insegnamento di Dio,” e chi replica che “se vogliamo seguire la misericordia di Dio non possiamo escludere nessuno dai Sacramenti in maniera perpetua;” chi parla di un cammino di discernimento per i divorziati risposati, e chi riprende la proposta del Cardinal Kasper e parla di una via penitenziale che porti all’ammissione dei divorziati risposati ai Sacramenti.