New York City, New York , venerdì, 7. ottobre, 2016 10:00 (ACI Stampa).
Per la Santa Sede, non c’è altra possibilità ragionevoli: le armi nucleari devono essere abolite. Lo sottolinea la Santa Sede, come Stato che ha partecipato al Trattato di Non Proliferazione Nucleare, in una dichiarazione divulgata il 26 settembre, nella Giornata Internazionale per l’Eliminazione delle Armi Nucleari.
Da sempre, la Santa Sede è particolarmente attenta alla questione del nucleare. È stato fondatore dell’Agenzia Internazionale di Energia Atomica (AIEA) e da allora promuove una posizione bilanciata sul tema dell’energia nucleare: non di abolizione totale dell’uso pacifico del nucleare (che porterebbe all’abolizione anche di strumenti fondamentali, come i raggi X), ma sì all’abolizione delle armi nucleari, in una prospettiva generale che è quella di arrivare fino, un giorno, al disarmo integrale.
Non a caso, la Santa Sede è particolarmente preoccupata per gli esperimenti nucleari condotti dalla Corea del Nord, e questa preoccupazione l’ha espressa monsignor Antoine Cammilleri, “vice-ministro degli Esteri” vaticano, nei lavori dell’AIEA di questi giorni.
Una posizione di prudenza che è stata ribadita nel messaggio del 26 settembre- “Per il bene nostro e quello delle future generazioni – ha detto l’arcivescovo Bernardito Auza, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite – non abbiamo altra possibilità morale o ragionevole di abolire le armi nucleari”, che sono “un problema globale che colpiscono tutte le nazioni e tutti i popoli, incluse le future generazioni”.
Insomma, la commemorazione annuale non deve essere di facciate, ma è chiamata a “rompere il punto morto” raggiunto dalla “macchina del disarmo” delle Nazioni Unite.