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Papa: “Riconoscere le resistenze aperte e nascoste alla grazia”

Papa Francesco a Santa Marta |  | L'Osservatore Romano foto, ACI group Papa Francesco a Santa Marta | | L'Osservatore Romano foto, ACI group

Le resistenze alla grazia. Tutti ne abbiamo e bisogna trovarle e chiedere aiuto al Signore, riconoscendosi peccatori. E’ l’invito di Papa Francesco nell’omelia della Messa mattutina a Casa Santa Marta.

Secondo quanto diffuso dalla Radio Vaticana Francesco distingue diversi tipi di resistenze.

Ci sono le “resistenze aperte, che nascono dalla buona volontà” come quella di Saulo che resisteva alla grazia ma “era convinto di fare la volontà di Dio”. E’ Gesù stesso a dirgli di fermarsi e Saulo si converte. “Le resistenze aperte sono sane”, nel senso che “sono aperte alla grazia per convertirsi”.

Poi ci sono “le resistenze nascoste”, per il Papa sono le più pericolose perché sono quelle che non si fanno vedere. “Ognuno di noi ha il proprio stile di resistenza nascosta alla grazia”. Bisogna però trovarlo “e metterlo davanti al Signore, affinché lui ci purifichi”. E’ la resistenza di cui Stefano accusava i Dottori della Legge: resistere allo Spirito Santo mentre volevano apparire come se stessero cercando la gloria di Dio.

Francesco parla quindi di tre tipi di resistenze nascoste. C’è la resistenza delle “parole vuote”. Per farla comprendere Francesco si rifà al Vangelo odierno quando Gesù dice che non chiunque dice “Signore, Signore” entrerà nel regno dei cieli.

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Poi c’è la resistenza “delle parole giustificatorie”, e cioè quando una persona si giustifica continuamente, “sempre c’è una ragione da opporre”: “No, quello l’ho fatto per quello”. Quando ci sono tante giustificazioni, “non è il buon odore di Dio”, dice il Papa, ma “c’è il brutto odore del diavolo”. Perché il “cristiano non ha bisogno di giustificazioni”.

E poi c’è la resistenza “delle parole accusatorie”: quando si accusano gli altri per non guardare se stessi, non si ha bisogno di conversione e così si resiste alla grazia come mette in evidenza la Parabola del fariseo e del pubblicano. 

Conclude Francesco la sua omelia: “La resistenza alla grazia è un buon segno perché ci indica che il Signore sta lavorando in noi”. Dobbiamo quindi “far cadere le resistenze, perché la grazia vada avanti”. “Io vi dirò – continua il Pontefice - di non avere paura quando ognuno di voi, ognuno di noi, trova che nel suo cuore ci sono resistenze. Ma dirlo chiaramente al Signore: Guarda, Signore, io cerco di coprire questo, di fare questo per non lasciare entrare la tua parola. E dire questa parola tanto bella, no? Signore, con grande forza, soccorrimi. La tua grazia vinca le resistenze del peccato. Prepariamoci con questa riflessione al prossimo Natale”.

Secondo sempre la Radio Vaticana, Papa Francesco, durante la Messa a Santa Marta, ha ricordato che oggi ricorre il centesimo anniversario dell’assassinio del Beato Charles de Foucauld, avvenuto in Algeria il primo dicembre 1916. “Era un uomo – ha detto - che ha vinto tante resistenze e ha dato una testimonianza che ha fatto bene alla Chiesa. Chiediamo che ci benedica dal cielo e ci aiuti a camminare sulle sue tracce di povertà, contemplazione e servizio ai poveri”.

 

 

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