Una impresa che nasce con un po’ di soldi arrivati dall’estero (un 2 mila dollari), passa dalla creazione delle prime imprese comunitarie, e vede una forma ancora più definita con l’operazione Mato Grosso, una delle prime forme di cooperazione internazionale che hanno sviluppato, manco a dirlo, proprio i salesiani.
Bepi Tonello arriva in quelli anni di sviluppo, insieme a padre Antonio Polo, e nel 1971 si trova catapultato a Salinas, che lui descrive come “il villaggio più povero della regione più povera dellla nazione. La mortalità infantile era altissima, e solo pochi adulti sapevano leggere e scrivere.”
Subito, Bepi Tonello e i suoi amici si danno da fare per aiutare i poveri. L’unità produttiva, per loro, non è costituita dal singolo, ma dalla comunità. Una linea fortemente radicata nella Dottrina Sociale della Chiesa: lo diceva la “Rerum Novarum,” si concretizzava anche nella politica economica pensata da don Sturzo che portò alla creazione in Italia delle casse di risparmio e delle banche rurali, si ritrova in tutte le grandi encicliche sociali.
L’approccio è in linea con la tradizione della Dottrina Sociale della Chiesa, e in venti anni il Fepp continua ad accrescere la sua rete, a moltiplicare le iniziative. Fino al 1997, quando arriva un salto di qualità.
C’è una crisi economica, durissima. Il rischio è che il sistema ecuadoriano collassi. La Feep allora da vita alla Cooperativa de Ahorro y Credito Desarollo de los Pueblos, ovvero il Codesarollo. Si tratta di un vero e proprio istituto finanziario, nato per supportare lo svluppo locale e integrale dei marginalizzati in Ecuador, attraverso prodotti bancari di qualità e servizi ottimali per rafforzare le cooperative.
La Codesarollo è guidata da Bepi Tonello, che sottoscrive un accordo con le Banche di Credito Cooperative Italiane. È la nascita di una finanza popolare che funziona con l’aiuto di 220 Banche di Credito Cooperativo italiane. I dati: più di 12 mila donne hanno ricevuto prestiti per un ammontare complessivo di 45 milioni di dollari, è stata supportata la costruzione di più di 2 mila case e la ristrutturazione di altre 1800 case. Il plafond complessivo è di 50 milioni di dollari, e ne hanno tratto beneficio più di 20 mila famiglie.
Non solo. I prestiti hanno facilitato l’acquisto di 5400 ettari di terra, per un valore di 12 milioni di dollari. E poi la Fepp ha supportato il progetto con 5 milioni di dollari in prestiti a tasso agevolato, come banca di secondo livello, che ha permesso e finanziato circa 800 banche rurali, ovvero banche di villaggio. Sono ovunque in Ecuador, alcune con un patrimonio molto piccolo, 1000 dollari, e prestano anche solo 15 dollari, il prezzo per poter comprare una vanga di qualità che permetta ai campesinos di lavorare la terra in modo migliore. La sofferenza dei prestiti? Non supera l’1 per cento.
“I poveri restituiscono sempre,” dice Bepi Tonello, e lo diceva anche Yunus, quando pensò al suo progetto di microcredito, e quando lo destinò in maniera visionaria prima di tutto alle donne.
È tutto questo impegno che ha fatto sì che un pezzo di “Laudato Si” si trovasse di fronte a Papa Francesco. Nell’enciclica, Francesco ha sottolineato che “nuove forme di cooperazione e organizzazioni comunitarie possono essere incoraggiate in modo da difendere gli interessi dei piccoli produttori e di preservare gli ecosistemi locali dalla distruzione. Davvero, molto può essere fatto!”
Di questo, è una prova vivente Bepi Tonello, premiato due anni fa dall’allora presidente della Repubblica Napolitano. Gli appunti delle sue imprese sono girati per la Segreteria di Stato vaticana, sono stati considerati anche come possibili temi da toccare nei discorsi. Poi, si è preferito puntare sul piano pastorale, perché la situazione in Ecuador non permette al Papa di prendere una posizione. C’è un governo stabile, ma considerato autoritario. C’è una distanza ancora troppo forte tra i poveri e i ricchi, tra gli indigeni e i conquistadores. Non a caso, il Papa ha chiesto a tutti di comportarsi come una famiglia. Ma in queste famiglie c’è il soffio del “pensamiento nuevo” portato da Tonello e i suoi collaboratori, quel pensiero nuovo che nell’antico idioma indio quechua si chiama “mushuc yuyay.”
Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana
Ricevi ogni giorno le notizie sulla Chiesa nel mondo via email.