Città del Vaticano , sabato, 12. marzo, 2016 10:07 (ACI Stampa).
Certo, “ciò che più sta a cuore riguardo ai separate che vivono una nuova unione è la loro partecipazione alla comunità ecclesiale”. Ma si deve anche “guardare con ammirazione a coloro che, nache in condizioni difficili, rimangono fedeli al vincolo sacramentale”. Papa Francesco riceve i partecipanti del Corso di Formazione della Rota Romana sul nuovo processo matrimoniale. E in un discorso breve, ribadisce quanto ha già detto tornando dal Messico: sì all’integrazione dei divorziati risposati; ma anche sì all’ammirazione per quanti restano fedeli al vincolo.
Afferma il Papa: “Questi testimoni della fedeltà matrimoniale vanno incoraggiati e additati come esempi da imitare. Tante donne e uomini sopportano cose pesanti, grosse per non distruggere la famiglia, per essere fedeli nella salute e nella malattia, nelle difficoltà e nella vita tranquilla: è la fedeltà. E sono bravi!
“La Chiesa – dice il Papa - è madre e vuole mostrare a tutti il volto di Dio fedele al suo amore, misericordioso e sempre capace di ridonare forza e speranza”. Per questo, “ciò che più ci sta a cuore riguardo ai separati che vivono una nuova unione è la loro partecipazione alla comunità ecclesiale”. Ma – aggiunge il Papa – “mentre ci prendiamo cura delle ferite di quanti richiedono l’accertamento della verità sul loro matrimonio fallito, guardiamo con ammirazione a coloro che, anche in condizioni difficili, rimangono fedeli al vincolo sacramentale”.
I partecipanti al corso sono chiamati a comprendere le nuove norme sui processi di dichiarazione di nullità e sulla procedura super rato. Non un compito semplice, perché i termini di discrezionalità sembrano essere molti.
Ricorda Papa Francesco che “durante il recente percorso sinodale sulla famiglia, erano emerse forti aspettative per rendere più agili ed efficaci le procedure per la dichiarazione di nullità matrimoniale”. Una richiesta che deriva dal fatto che “tanti fedeli, infatti, soffrono per la fine del proprio matrimonio e spesso sono oppressi dal dubbio se esso fosse valido o meno. Si domandano cioè se già ci fosse qualcosa nelle intenzioni o nei fatti ad impedire l’effettivo realizzarsi del sacramento”.