Città del Vaticano , domenica, 15. novembre, 2015 17:10 (ACI Stampa).
Non osa spingersi oltre, di fronte alla domanda di una donna luterana che gli chiede quanto ci vorrà perché lei e il suo marito italiano (e cattolico) possano partecipare insieme alla Comunione. Lascia la domanda sospesa, Papa Francesco. Ma ricorda che cattolici e luterani hanno “un solo Battesimo.” E poi, nell’omelia della funzione, auspica una diversità riconciliata, e un ecumenismo basato sul servizio.
La visita di Papa Francesco alla Christus Kirche, chiesa luterana di Roma che sta per celebrare i suoi 200 anni di presenza nella Capitale, comincia, come spiega il pastore Jens-Martin Kruse (che già accolse Benedetto XVI nella stessa Chiesa) con il dialogo, cioè una sessione di domande e risposte, cui il Papa risponde a braccio. E poi con una celebrazione, durante la quale il Papa fa una riflessione, anche questa a braccio.
Il pastore Kruse introduce la celebrazione con un breve discorso, in cui sottolinea che per il dialogo ecumenico è “fondamentale che ci orientiamo a Gesù Cristo.” Afferma il Pastore: “L’unità non è un futuro lontano. Se seguiamo la volontà di Gesù, allora è possibile conoscere l’unità già adesso. Proprio come oggi, in cui i nostri cuori sono pieni di gratitudine per la vicinanza che Cristo ci dona. Non è solo un bel momento, è vero e reale.” E poi si rivolge al Papa: “La sua presenza è come un vento caldo alle spalle che ci dà la forza di fare il nostro cammino. Vogliamo collaborare gli uni con gli altri e poi celebrare insieme il culto. Il dialogo nasce dall’incontro delle persone.”
E inizia l’incontro del dialogo, un botta e risposta del Papa con tre persone della comunità. Comincia Julius, un bambino, che chiede al Papa cosa gli piace di essere Papa. Risponde Francesco: “La cosa che mi piace è sinceramente fare il parroco, fare il pastore… non mi piace fare lavori di bureau, non mi piacciono questi lavori… non mi piace fare interviste protocollari… questa non è protocollare, eh… è famigliare! Ma devo farlo! Però cosa mi piace di più: è fare il parroco.” E aggiunge: “Mi piace fare il Papa con lo stile del parroco,” anche se “fare il Papa è fare il vescovo, il parroco e il pastore. Se un Papa non fa il vescovo, se il Papa non fa il parroco e non fa il pastore, sarà una persona molto intelligente, molto importante, avrà molto influsso nella società… ma io penso che nel suo cuore non è felice."
Poi è la volta di una donna sposata con un italiano, cattolico, e vorrebbe partecipare con il marito alla cena del Signore. Il Papa scherza (“Ho paura di parlare davanti a un teologo con il Cardinal Kasper”) e afferma: “La cena del Signore ci sarà, il banchetto finale nella Nuova Gerusalemme ci sarà! Ma questo sarà l’ultimo! Nel cammino mi domando, e non so come rispondere… condividere la Cena del Signore è il fine di un cammino o è il viatico per camminare insieme? Lascio la domanda ai teologi e a quelli che capiscono. È vero che in certo senso condividere e dire che non ci sono differenze tra noi, che abbiamo la stessa dottrina (sottolineo la parola dottrina, parola difficile da capire)… ma io mi domando: ma non abbiamo lo stesso Battesimo? E se abbiamo lo stesso Battesimo, dobbiamo camminare insieme.” E continua: “Quando lei e suo marito pregate insieme, quel Battesimo cresce, diviene forte.” Il Papa accenna alle spiegazioni, interpretazioni che dividono e impediscono l'accesso alla Comunione. Ma - aggiunge - “la vita è più grande delle spiegazioni e delle interpretazioni… fate sempre riferimento al Battesimo. Una fede, un battesimo, un Signore, così dice Paolo… e di là prendete le conseguenze. Non oso dire di più.”