Città del Vaticano , domenica, 24. dicembre, 2017 22:14 (ACI Stampa).
Dando alla luce Gesù, “Maria ci ha dato la Luce. Tutto, in quella notte, diventava fonte di speranza”. Lo ha detto il Papa, aprendo l’omelia della Messa della Notte di Natale, presieduta nella Basilica Vaticana.
Giuseppe e Maria - ha spiegato Francesco - “erano pieni di speranza e di futuro a causa del bambino che stava per venire; i loro passi invece erano carichi delle incertezze e dei pericoli propri di chi deve lasciare la sua casa”. A Betlemme poi sperimentano “una terra che non li aspettava, una terra dove per loro non c’era posto”. Con la nascita di Gesù a Betlemme “si è creata una piccola apertura per quelli che hanno perso la terra, la patria, i sogni; persino per quelli che hanno ceduto all’asfissia prodotta da una vita rinchiusa”.
Guardando alla famiglia di Gesù - ha suggerito il Pontefice - “vediamo le orme di intere famiglie che oggi si vedono obbligate a partire. Vediamo le orme di milioni di persone che non scelgono di andarsene ma che sono obbligate a separarsi dai loro cari, sono espulsi dalla loro terra. In molti casi questa partenza è carica di speranza, carica di futuro; in molti altri, questa partenza ha un nome solo: sopravvivenza. Sopravvivere agli Erode di turno che per imporre il loro potere e accrescere le loro ricchezze non hanno alcun problema a versare sangue innocente”.
Respinti dai loro contemporanei, “Maria e Giuseppe sono i primi ad abbracciare Colui che viene a dare a tutti noi il documento di cittadinanza. Colui che nella sua povertà e piccolezza denuncia e manifesta che il vero potere e l’autentica libertà sono quelli che onorano e soccorrono la fragilità del più debole”.
La notizia della nascita di Gesù arriva subito ad altri respinti. I pastori, “uomini e donne che dovevano vivere ai margini della società. Le loro condizioni di vita, i luoghi in cui erano obbligati a stare, impedivano loro di osservare tutte le prescrizioni rituali di purificazione religiosa e, perciò, erano considerati impuri. Uomini e donne da cui bisognava stare lontani, avere timore”.