Roma , martedì, 24. gennaio, 2017 9:00 (ACI Stampa).
Il primo prelato che marcherà il passaggio alla nuova generazione dell’Opus Dei è scelto nel segno della continuità. Monsignor Fernando Ocariz, già vicario ausiliare dal 2014 – significa che aveva già alcuni poteri del prelato – viene nominato dal Papa prelato dell’Opus Dei, confermando così l’elezione avvenuta durante il Congresso elettorale della Prelatura.
Un congresso breve – un solo giorno – preceduto da una preghiera votiva allo Spirito Santo e da una riunione, lo scorso 21 gennaio, dell’Assessorato centrale, ovvero il Consiglio delle donne che ha un compito importante nel governo dell’Opera. Dopo aver preso in considerazione la votazione delle donne – che ha un peso particolare, perché sono donne in maggioranza le aderenti all’Opera – i congressisti hanno proceduto alla votazione.
Si è scelto monsignor Fernando Ocariz, sebbene altri avessero pensato anche a monsignor Mariano Fazio, argentino, vicario generale e amico di Papa Francesco. E poi, c’erano anche altri nomi che erano circolati, forse più con l’idea di avere tutte le prospettive in campo che per una vera proposta: da Ernst Burkhart, austriaco con un ruolo nella Curia della Prelatura a Roma, a Frederick Dolan, statunitense che serve come vicario dell’Opus Dei in Canada e che ha avuto una esperienza come cancelliere della Curia della Prelatura a Roma dal 1992 al 1998; da Thomas G. Bohlin, vicario dell’Opus Dei per gli Stati Uniti, anche lui con una esperienza quinquennale a Roma come Cancelliere dell’Opera a fianco di Monsignor Echevarria; a Silvano Ochuodho, vicario dell’Opus Dei per il Kenya, un passato da ingegnere civile prima di trasferirsi a Roma per studiare teologia e diventare un sacerdote della Prelatura.
Sono tutti nomi che possono ora diventare parte del progetto della prelatura, perché sarà nei prossimi giorni che il nuovo Prelato proporrà ai congressisti i nomi dei suoi prelati e dei membri dei nuovi consigli che lo assisteranno durante i prossimi 8 anni.
Saranno anni cruciali per l’Opera, perché è la prima generazione che non ha avuto direttamente a che fare con il fondatore, San José Maria Escrivà. Il primo successore – e primo prelato – il Beato Alvaro del Portillo, ne era un diretto collaboratore, mentre monsignor Javi Echevarria, l’ultimo prelato, morto lo scorso 12 dicembre per una insufficienza respiratoria, era addirittura a fianco del fondatore quando questi ebbe l’attacco cardiaco che ne causò la morte.