Città del Vaticano , mercoledì, 14. febbraio, 2018 16:00 (ACI Stampa).
I cardinali rimasero male quando Sisto V nel 1586 decise di andare a celebrare il Mercoledì delle Ceneri a Santa Sabina. Nel Cinquecento le messe papali si celebravano solo in Vaticano e spesso da un cardinale alla presenza del Papa.
Appena eletto nel 1585, Sito V decide di risuscitare la tradizione della Chiesa antica di celebrare le “stazioni” della Quaresima, quando, almeno nel VI secolo, il Papa ogni giorno della Quaresima celebrava la messa in una parrocchia romana. Sisto V decide di tornare a farlo, almeno il Mercoledì delle Ceneri e le domeniche di Quaresima. I cardinali, abituati alle comodità della Cappella Sistina e di San Pietro, protestano “per la gran scomodità che ne seguirebbe, se ben era in uso di dare al tempo antico quando la corte di Roma non era in la presente grandezza”.
In un manoscritto conservato alla Biblioteca Vaticana si legge che i cardinali avevano anche paura di prendere freddo: “La qual gita hor qua hor la, et così lontano, senza riguardo di buono, o coattivo tempo, astringerà i cortegiani a metter penura nelle valdrappe fruste, et a far più conto delle cappe spelate”.
Una “Chiesa in uscita”, quella di Sisto V, che sconvolge la Curia.
Esiste una testimonianza unica di questa riscoperta delle “stazioni” in un libro scritto proprio in quel periodo, nel 1588, da Pompeo Ugonio, dal titolo:“Historia delle Stationi di Roma che si celebrano in Quaresima”. Ugonio spiega la tradizione delle “stazioni”, che era stata rispolverata da Sisto V proprio in quegli anni, e descrive poi tutte le chiese stazionali. Si tratta di quelle parrocchie più antiche che in latino si chiamano “tituli” e ai quali ancora oggi sono legati i cardinali.