Città del Vaticano , venerdì, 24. novembre, 2017 12:00 (ACI Stampa).
È dedicato a “Migranti e Rifugiati: uomini e donne in cerca di pace” il 51esimo messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace. Quattro parole d’ordine, la segnalazione di venti raccomandazioni alle Nazioni Unite, la certezza che i migranti non “arrivano a mani vuote”, l’idea che il lavoro per i migranti e i rifugiati è fatto anche “per la nostra casa comune”: c’è tutto questo nel messaggio, che è stato elaborato nella Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio allo Sviluppo Umano Integrale.
L’ispirazione di questo messaggio viene dalla figura di Santa Francesca Cabrini, la santa dei migranti. Non a caso, il Papa lo ha firmato il 13 novembre, giorno a lei dedicato e centenario della sua nascita al cielo, perché “questa piccola, grande donna" che "ha consacrato la sua vita al servizio dei migranti" ed è diventata la loro santa patrona.
Accogliere, proteggere, promuovere e integrare sono la cornice che Papa Francesco dà in vista dei due accordi globali sulle migrazioni che si stanno definendo alle Nazioni Unite, e si tratta di una posizione diplomatica forte del Papa, dato che il testo del Messaggio viene distribuito nelle Cancellerie di tutto il mondo.
Il messaggio richiama ad un impegno comune, perché ci vuole “un impegno concreto, una catena di aiuto e di benevolenza, una attenzione vigilante e comprensiva”, ma anche “risorse, che sono sempre limitate”. E ci vuole la “prudenza” dei governanti nello stabilire “misure pratiche per accogliere, proteggere, promuovere e integrare “.
Il problema – si nota – è antico. Lo denunciava già San Giovanni Paolo II preparando il Giubileo del 2000, ricordando la pletora di guerre, genocidi e pulizie etniche che aveva caratterizzato il 20esimo secolo. Ma – dice Papa Francesco – non è che le cose siano cambiate nel 21esimo secolo, perché “conflitti armati e altre forme di violenza organizzata” continuano a pungolare “movimenti di popoli all’interno dei confini nazionali e oltre”.