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Le Porte del Paradiso: III parte, l'anima fedele

Guido Imolesi con Papa Giovanni XXIII appena eletto  |  | Famiglia Imolesi
Guido Imolesi con Papa Giovanni XXIII appena eletto | Famiglia Imolesi
Papa Giovanni appena eletto, alle sue spalle Guido Imolesi  |  |
Papa Giovanni appena eletto, alle sue spalle Guido Imolesi
Con il mio papà in Piazza San Pietro  |  | Famiglia Imolesi
Con il mio papà in Piazza San Pietro | Famiglia Imolesi
In udienza da Papa Giovanni per la mia Prima Comunione  |  | Famiglia Imolesi
In udienza da Papa Giovanni per la mia Prima Comunione | Famiglia Imolesi
Papa Giovanni con la "famiglia pontificia" |  | Famiglia Imolesi
Papa Giovanni con la "famiglia pontificia" | Famiglia Imolesi

Terza parte, L’anima fedele

Vorrei tornare indietro nel tempo, quando fin da piccola fortunata vivevo con i miei all’interno della Città del Vaticano, in  una casa grande e confortevole, insieme ad altre famiglie che, come la mia, avevano rapporti lavorativi con la Santa Sede.

Il Pontefice della mia infanzia fu Sua Santità San Giovanni XXIII; all’epoca della sua elezione nel 1958, avevo appena sei anni. Non ricordo bene quell’evento, ma qualche anno più tardi, in occasione della mia prima Comunione ebbi modo di conoscere personalmente questo grande Papa.

Mio padre ha sempre svolto le mansioni di Familiare segreto in Anticamera pontificia, ovvero nel luogo antistante la biblioteca dove lavora quotidianamente il Santo Padre e dove hanno sostato tutte le più illustri personalità del mondo in attesa di essere ricevute dal Papa.

Di tanto in tanto, quando in anticamera la situazione era tranquilla, nel senso che non c’erano visite ufficiali o quant’altro, il mio babbo mi chiamava per stare con lui in ufficio. La mia mamma mi accompagnava al cortile Belvedere, dove venivo affidata all’ascensorista di turno. Insieme salivamo  alla seconda loggia dove mi aspettava il babbo. Per me attraversare quelle sale maestose era un sogno e soprattutto mi piaceva trascorrere il pomeriggio lassù.

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Papa Giovanni mi disse: “Hai degli occhi bellissimi non farli mai piangere!”

In occasione della mia prima Comunione mio padre ottenne un’udienza privata con il Sommo Pontefice Giovanni XXIII.

Ricordo che in una splendida sala dell’appartamento ufficiale alla seconda loggia c’erano diversi gruppetti di persone che, come noi attendevano di essere ricevuti dal Pontefice. Io molto emozionata, indossavo l’abito bianco della Comunione, mia mamma e mia nonna avevano abiti rigorosamente neri e velo in testa e mio padre con la divisa ufficiale rosso scarlatto.

Arrivò il nostro turno, il Papa si avvicinò a noi sorridente e benevolo come un buon nonno. Subito riconobbe mio padre, che inchinandosi lo salutò baciandogli la mano destra : “Santità” disse mio padre “Le presento la mia famiglia: mia figlia che ha appena ricevuto la prima Comunione, mia moglie e la mia matrigna”

Il Papa si rivolse  a me e mi chiese “Come ti chiami ? “ Adria” risposi con un filo di voce “ Guido dove hai pescato questo nome?” il Papa a mio padre “Santità ere il nome di una mia sorellina morta in tenera età” Adria” rivolgendosi a me “ Hai degli occhi bellissimi non farli mai piangere, vedi oggi il tuo papà è al mio servizio, ma io sono il servitore di tutti, ti benedico tre volte.”

Il Santo Padre ci impartì la benedizione apostolica e si congedò da noi. Non ho più dimenticato quell’incontro. Ora vado spesso, nei momenti in cui c’è meno affluenza di pellegrini, in San Pietro a pregare sulla tomba di Papa Giovanni; seduta davanti all’altare, lo guardo intensamente e mi sembra che sorrida, recito alcune preghiere a Lui ed ai miei affinché mi aiutino e proteggano sempre.

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Il Papa buono ci lascia

Papa Giovanni, purtroppo fu colpito da una grave malattia e morì con grandi sofferenze il 3 giugno del 1963 alle ore 19,49. Quel giorno ricordo che la piazza San Pietro era gremita di persone, che volevano offrire al Papa morente  la loro preghiera e solidarietà. Anch’io stavo in piazza con mia madre; tutti noi aspettavamo un miracolo dal cielo, speravamo tutti in un miglioramento delle condizioni, ma ciò non accadde, il Papa spirò tra atroci tormenti fisici.

Improvvisamente la stanza del Pontefice si illuminò e subito dopo il Portone di Bronzo si chiuse a metà in segno di lutto. Tutta la piazza capì che il Santo Padre aveva riconsegnato il suo spirito a Dio. Io mi avvicinai  alla mia mamma ed insieme recitammo alcune preghiere per il Papa morto; molte persone si inginocchiarono, alcune piansero, altre rimasero attonite; ognuno visse a proprio modo questo dolore.

Mia mamma ed io tornammo a casa in Vaticano perché pensavamo che avrebbe telefonato mio padre che si trovava in appartamento pontificio; così fu, ci dette la notizia ufficiale. Accendemmo la televisione e già tutto il mondo sapeva che Papa Giovanni XXIII ci aveva lasciato. Quella notte, profondamente turbata, stentai a dormire perché ripensavo a quel bellissimo incontro di appena un anno prima, alle dolci parole del Papa, alla benedizione che che ci aveva dato; tutto ciò mi rendeva una bambina fortunata!

La mia mamma, invece aspettò, recitando il Santo Rosario, che mio padre rincasasse all’alba. Quella mattina facemmo tutti e tre colazione insieme, io andai a scuola e mio padre poco dopo tornò in appartamento perché già si stavano organizzando i funerali.

Furono giorni di grande concitazione in cui tutto il mondo si raccolse per rendere omaggio al Papa Buono, che aveva dato un impronta innovativa più umana del Vicario di Cristo, di cui  si ricorda ancor’oggi, il discorso della “Luna”, della “Carezza ai bambini”, oltre al Concilio Vaticano II, le varie importantissime encicliche, ed il suo carattere  deciso e severo nelle ragion di stato.

Certamente non è questa la sede dei giudizi; lo scopo del mio scritto è onorare mio padre che ha svolto  questo lavoro.

I miei rimasero in rapporti cordiali, anche dopo la morte di Papa Giovanni, con il suo segretario,

Sua Eminenza Monsignor Loris Francesco Capovilla. Spesso veniva a Roma, mio padre lo invitava a colazione; Sua Eminenza consumava frettolosamente un buon caffè e gustava molto volentieri i dolci, ciambellone o biscotti, che la mia mamma preparava personalmente, cibi genuini e casarecci  che a casa mia non sono mai mancati! In una di quelle tante occasioni Sua Eminenza ci fece dono della papalina di Sua Santità, che  conservo gelosamente e che ho sempre tenuto addosso alla mia dolcissima mamma Armida, per proteggerla durante la sua lunga e dolorosa malattia.

Secondo me il pontificato di Papa Giovanni segna una svolta epocale nell’evoluzione della Chiesa Papa Giovanni fu non a caso denominato il Papa Buono, perché fu il Pastore di anime umili e bisognose. Con il suo sguardo dolce e benevolo e la  cordialità innata ed immediata raggiungeva il cuore anche dei più ostinati.

(continua)

Seconda parte

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Prima parte 

Quarta parte