Strasburgo , martedì, 10. gennaio, 2017 10:00 (ACI Stampa).
Nel suo discorso di inizio anno al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, Papa Francesco ha anche plaudito ad una iniziativa del Consiglio d’Europa sulla dimensione religiosa del dialogo interculturale. Questa iniziativa – che ha luogo ogni anno – si chiama Exchanges, e la Santa Sede vi prende parte da sempre. Lo scorso anno, l’incontro si è tenuto a Sarajevo, mentre quest'anno ha avuto luogo a Strasburgo, sede del Consiglio d’Europa, dal 9 al 10 novembre. Ma cosa ha detto la Santa Sede durante l’incontro?
Intanto, c’è da fare una premessa. L’incontro è strutturato come un vero e proprio “scambio”. In generale, la spontaneità degli interventi è incoraggiata, anche se tutti preparano qualcosa. Dopo un discorso introduttivo, tutti possono prenotarsi per prendere la parola. Ognuno ha cinque minuti di tempo. Il tutto per rendere lo scambio veloce e “interattivo”.
Il tema di Exchange 2016 era “il Ruolo dell’educazione nella prevenzione della radicalizzazione che porta al terrorismo e all’estremismo violento”. Includeva due sotto-temi: l’educazione per una cittadinanza democratica nel contest della diversità religiosa e culturale; e il rafforzamento delle donne e il ruolo della famiglia nel contrastare la radicalizzazione e il violento estremismo.
La delegazione della Santa Sede era guidata dall’arcivescovo Miguel Ayuso Guixot, segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, che è intervenuto nella prima parte del dibattito. Centro dell’intervento della Santa Sede è stato rappresentato da due sfide: la multipolarità globalizzante e la trasversalità.
La prima – ha spiegato l’arcivescovo Ayuso – chiede di creare “una armonia costruttiva, libera da tutte quelle tensioni verso il potere che, mentre pragmaticamente sembrano rendere le cose facili, finiscono con il distruggere la distinzione culturale e religiosa dei popoli”.