Città del Vaticano , mercoledì, 1. luglio, 2015 14:24 (ACI Stampa).
Dal 1975 a luglio la Chiesa cattolica celebra la Domenica del Mare. Un appuntamento che vuole ricordare come anche le comunità cristiane e la società in generale riconoscono quanto la gente del mare contribuisce a rendere la nostra vita più confortevole. Per il prossimo 12 luglio il Pontificio consiglio per i migranti ha pubblicato un messaggio che sottolinea anche la importanza ecumenica di questa ricorrenza perché in molti porti le celebrazioni e le diverse attività si celebrano insieme alle altre confessioni cristiane.
“Per trasportare merci e prodotti in tutto il mondo- si legge nel testo a firma del cardinale Vegliò- l'economia globale fa grande affidamento sull’industria marittima, sostenuta da una forza lavoro di circa 1,2 milioni di marittimi che, nei mari e negli oceani, governano navi di qualsiasi tipo e dimensione e spesso affrontano le potenti forze della natura.” Persone che sono “invisibili” per la maggioranza di noi e che “nonostante lo sviluppo tecnologico che rende la vita a bordo più confortevole e facilita la comunicazione con i propri cari” sono costretti a trascorrere lunghi mesi in uno spazio circoscritto, lontano dalle loro famiglie. In molti casi ci sono anche “norme restrittive e ingiuste spesso impediscono loro di scendere a terra quando sono in porto e la continua minaccia della pirateria su numerose rotte marittime aggiunge stress durante la navigazione”. Nel 2006 è entrata in vigore la Convenzione sul Lavoro Marittimo e sempre più paesi l’ hanno ratificata e questo “si tradurrà in un miglioramento tangibile delle condizioni di lavoro a bordo di tutte le navi.”
Inoltre attualmente “i mercantili che transitano nel Mar Mediterraneo sono attivamente impegnati in quello che è diventato il salvataggio quotidiano di migliaia e migliaia di migranti, che cercano di raggiungere principalmente le coste italiane su ogni tipo di imbarcazioni sovraffollate e non adeguate alla navigazione.” Un impegno di antica tradizione ma resta il fatto che “per le navi mercantili salvare i migranti in mare rimane un rischio per la salute, il benessere e la sicurezza degli stessi equipaggi” perché le navi “non sono attrezzate per fornire assistenza a un gran numero di migranti.”
E non lo sono i marittimi stessi e “lo sforzo messo in atto per salvare quante più persone possibile e, talvolta, la vista di corpi senza vita che fluttuano sul mare, rappresentano un'esperienza traumatica che lascia i membri degli equipaggi stremati e psicologicamente stressati, tanto da necessitare di un sostegno psicologico e spirituale specifico.”
Ecco perché il prossimo 12 luglio nella Domenica del Mare la Chiesa cattolica esprime “gratitudine ai marittimi in generale, per il loro fondamentale contributo al commercio internazionale. Quest'anno - si legge nel messaggio- in particolare, desideriamo riconoscere il grande sforzo umanitario svolto dagli equipaggi delle navi mercantili che, senza esitazione, e a volte a rischio della propria vita, si sono adoperati in numerose operazioni di soccorso salvando la vita di migliaia di migranti.”