Città del Vaticano , martedì, 15. marzo, 2016 15:00 (ACI Stampa).
Nella Cattedrale di Morelia c'è una statua lignea che ritrae José Sanchez del Rio mentre rotola sotto i colpi dei suoi assassini. Papa Francesco vi ha sostato in preghiera lo scorso 17 febbraio, durante il suo viaggio in Messico. Quel giovane martire (aveva solo 15 anni) sarà ora santo. E la sua è una storia di fede e di coraggio.
Il quattordicenne messicano morì martire il 10 Febbraio 1928 durante la rivolta dei "cristeros" contro le persecuzioni anticattoliche ordinate dall'allora presidente del Messico Plutarco Elias Calles.
Sono gli anni della guerra in nome di “Cristo Re”, combattuta dai cattolici messicani come reazione alle leggi antireligiose instaurate dal governo che umiliarono e poi perseguitarono apertamente la Chiesa.
Quando sta per essere ucciso, José scrive un biglietto alla madre: “Cara mamma, mi hanno catturato, stanotte sarò fucilato. Ti prometto che in Paradiso preparerò un buon posto per tutti voi. Firmato: Il tuo Josè, che muore in difesa della fede cattolica per amore di Cristo Re e della Madonna di Guadalupe”.
Nel 1926 Josè, insieme ai suoi due fratelli, si unì a quella sorta di "esercito popolare" che cercò di ridonare al Messico la sua libertà religiosa. Con i suoi 13 anni, riuscì a farsi arruolare come aiutante da campo e, poco dopo, come portabandiera e clarinettista del generale Luis Guizar Morfin.