New Delhi , mercoledì, 26. luglio, 2017 12:30 (ACI Stampa).
Una legge anticonversione per l’India. È quella che l’assemblea dello Stato di Jharkhand potrebbe discutere il prossimo agosto, rispecchiando un desiderio del Partito Bharatiya Janata (BJP).
L’idea di una legge anti conversione è stata lanciata nel 2014 dal presidente Amit Shah. La legge servirebbe a controllare le conversioni religiose nella nazione. L’idea della legge è stata appoggiata da diversi alti rappresentanti del partito, e il primo ministro dello Stato di Uttar Pradesh, Yogi Adjyanath, ne ha fatto parte del suo manifesto elettorale.
Si tratta, insomma, di una situazione abbastanza avanzata, che si inserisce in un quadro di crescenti violenze contro le religioni. C’è un sito, Speak Out Against Hate, che raccoglie in maniera certosina le segnalazioni delle azioni anti-religiose in India.
Finora, sono stati raccolti circa 865 rapporti, inviati via e-mail o sms. Sono divisi per categorie, che si possono anche incrociare. Per esempio, 832 rapporti riguardano intimidazioni e minacce, ma questi poi possono sfociare anche in violenze fisiche (segnalate 417 volte) da perpetuare magari in complicità con le autorità (come è successo in 146 occasioni), il tutto con il rischio che la vittima sia anche imputata per aver violato la libertà religiosa (si contano 35 casi).
Vive di questi pesanti contrasti l’India che Papa Francesco vorrebbe visitare: si parlava di un viaggio a novembre, ma ancora non c’è un invito presidenziale, e dunque ancora non se ne è fatto nulla.