Città del Vaticano , giovedì, 2. giugno, 2016 10:57 (ACI Stampa).
La prima riflessione è tutta sulla misericordia. Utilizzare come ricettacolo della misericordia il nostro stesso peccato è la chiave della prima meditazione. Ai sacerdoti che celebrano il loro Giubileo il Papa dona tre meditazione in puro stile ignaziano e ovviamente sceglie la misericordia.
Nella cattedrale di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano, il Papa ricorda le origini stesse della parola misericordia che “fa vedere che le vie oggettive della mistica classica – purgativa, illuminativa e unitiva – non sono mai fasi successive, che si possano lasciare alle spalle. Abbiamo sempre bisogno di nuova conversione, di maggiore contemplazione e di un rinnovato amore”. E dice il Papa, “la misericordia ci permette di passare dal sentirci oggetto di misericordia al desiderio di offrire misericordia”.
Da questo Francesco offre tre suggerimenti alla scuola di Sant’Ignazio perché, come diceva il santo “Non è il molto sapere che riempie e soddisfa l’anima, ma il sentire e gustare le cose di Dio interiormente”.
E quindi il Papa dice che “se iniziamo ringraziando il Signore, che in modo stupendo ci ha creati e in modo ancor più stupendo ci ha redenti, sicuramente questo ci condurrà a provare pena per i nostri peccati”.
E poi spiega il Papa “non si può meditare sulla misericordia senza che tutto si metta in azione” e “dobbiamo parlare di quello che più ci commuove, di quei volti che ci portano a desiderare intensamente di darci da fare per rimediare alla loro fame e sete di Dio, di giustizia, di tenerezza. La misericordia la si contempla nell’azione”.