Cracovia , sabato, 30. luglio, 2016 15:03 (ACI Stampa).
Un pranzo di poco più di un’ora, senza filtri. Papa Francesco incontra alcuni rappresentanti dei giovani a pranzo, in un appuntamento che è diventato una tradizione per la Giornata Mondiale della Gioventù. Sono in 13, rappresentano i cinque continenti, sono guidati da Dorota Abdelmoula, portavoce della Giornata Mondiale della Gioventù. Vengono da Brasile, Polonia, Nuova Zelanda, Canada, Costa Rica, Costa d’Avorio, Zwimbabwe, Russia, Vietnam. Chiedono al Papa cosa dire per convertire. Il Papa risponde: “Più che la parola, serve l’esempio”.
Le persone che hanno pranzato con il Papa sono volontari che hanno lavorato nei comitati organizzativi. “E’ un momento che ci ha ispirato e continuerà ad ispirarci”, dice Dorota Abdelmoula.
Fatima Leung-Wai proviene dalla Nuova Zelanda. “Ho chiesto al Papa quale fosse la sfida più importante per lui – racconta – e lui mi ha risposto: che i giovani non perdano la speranza!”.
José Pasternak, di San Paolo del Brasile, è stato missionario della Comunità Shalom in Italia per nove anni, e da due anni è a Cracovia come volontario. “Ho sempre aiutato gli altri ad andare alla Gmg, ora a 36 anni mi ritrovo alla mia prima Gmg”, racconta. Dice che le parole del Papa “sono rimaste impresse, ha parlato di diverse tematiche, aveva una risposta per tutto”. Lui ha chiesto come si può spiegare la Parola di Dio a chi non crede. “Il Papa mi ha risposto – racconta – che prima viene la testimonianza. E quando ti vedranno gioioso e ti chiederanno che cosa hai, ha detto, allora puoi cominciare a parlare”.
I ragazzi hanno fatto domande al Papa su come pregare, e anche sul modo in cui il Papa si confessa. Paula Mora, dalla Colombia, ha chiesto al Papa come si è sentito nel momento dell’elezione. E il Papa ha risposto – dice – che “era molto tranquillo, e questa calma non lo ha ancora lasciato L’ha definito un dono di Dio”.