Roma , domenica, 28. gennaio, 2018 9:27 (ACI Stampa).
“La presenza della Madre rende questo tempio una casa familiare a noi figli. Insieme a generazioni e generazioni di romani, riconosciamo in questa casa materna la nostra casa, la casa dove trovare ristoro, consolazione, protezione, rifugio. Il popolo cristiano ha capito, fin dagli inizi, che nelle difficoltà e nelle prove bisogna ricorrere alla Madre”. Lo ha detto il Papa nell’omelia della Messa presieduta nella Basilica di Santa Maria Maggiore in occasione della Festa della Traslazione dell’Icona della Salus Populi Romani. L’Icona - recentemente restaurata per ordine del Cardinale Arciprete Stanislaw Rylko dal Laboratorio di restauro pitture dei Musei Vaticani - è molto cara al cuore del Papa: il giorno dopo la sua elezione Francesco si è recato a venerarla, così come in occasione della partenza e del ritorno da ogni viaggio apostolico.
Noi cerchiamo rifugio - ha detto il Pontefice - nella “Madonna, la donna più alta del genere umano. Il suo manto è sempre aperto per accoglierci e raccoglierci. La Madre custodisce la fede, protegge le relazioni, salva nelle intemperie e preserva dal male. Dove la Madonna è di casa il diavolo non entra; dove c’è la Madre il turbamento non prevale, la paura non vince. Maria è l’arca sicura in mezzo al diluvio. Non saranno le idee o la tecnologia a darci conforto e speranza, ma il volto della Madre, le sue mani che accarezzano la vita, il suo manto che ci ripara. Impariamo a trovare rifugio, andando ogni giorno dalla Madre”.
Maria - ha aggiunto Francesco - non disprezza le nostre suppliche e “supplica per noi. Prontamente, come quando è andata da Elisabetta: subito. Quando ci manca la speranza, quando scarseggia la gioia, quando si esauriscono le forze, quando si oscura la stella della vita, la Madre interviene. È attenta alle fatiche, sensibile alle turbolenze, vicina al cuore. E mai, mai disprezza le nostre preghiere; non ne lascia cadere nemmeno una. È Madre, non si vergogna mai di noi, anzi attende solo di poter aiutare i suoi figli”.
Maria è nostra Madre, è il testamento di Cristo sulla croce. “La Madre - ha sottolineato ancora il Papa - non è un optional. E noi abbiamo bisogno di lei. È un grande pericolo per la fede vivere senza Madre, senza protezione, lasciandoci trasportare dalla vita come le foglie dal vento. Il Signore lo sa e ci raccomanda di accogliere la Madre. Non è galateo spirituale, è un’esigenza di vita. Amarla non è poesia, è saper vivere. Perché senza Madre non possiamo essere figli. E noi, prima di tutto, siamo figli, figli amati, che hanno Dio per Padre e la Madonna per Madre”.
Maria in definitiva - ha concluso Papa Francesco - è “il segno che Dio ha posto per noi. Se non lo seguiamo, andiamo fuori strada. Perché c’è una segnaletica della vita spirituale, che va osservata. La Madre è già giunta alla meta. Chi meglio di lei può accompagnarci nel cammino? Da questa casa materna, invitiamo Maria a casa nostra. Non si può stare neutrali o distaccati dalla Madre, altrimenti perdiamo la nostra identità di figli e di popolo, e viviamo un cristianesimo fatto di idee e di programmi, senza affidamento, senza tenerezza, senza cuore. Ma senza cuore non c’è amore e la fede rischia di diventare una bella favola di altri tempi. La Madre, invece, custodisce e prepara i figli. Li ama e li protegge, perché amino e proteggano il mondo. Facciamo della Madre l’ospite della nostra quotidianità, la presenza costante a casa nostra, il nostro rifugio sicuro. Affidiamole ogni giornata. Invochiamola in ogni turbolenza. E non dimentichiamoci di tornare da lei per ringraziarla. E guardiamola con tenerezza ora, appena uscita dall'ospedale... Santa Madre di Dio! Santa Madre di Dio! Santa Madre di Dio!”.