Roma , martedì, 19. maggio, 2015 11:53 (ACI Stampa).
Una sessione di domande e risposte, un dialogo fraterno in cui il Papa si è “davvero messo in ascolto”. Dopo il discorso del Papa all’Assemblea Generale della CEI, e prima della prolusione del Cardinal Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, il primate d’Italia e i vescovi hanno tenuto un colloquio a due che a detta di tutti si è “rivelato cordialissimo”.
Il dialogo si è tenuto a porte chiuse, per rendere più facile il dibattito. E infatti pochissimo trapela dei contenuti del colloquio, pochissimi i dettagli. Il vescovo Nunzio Galantino, segretario generale della CEI, uscito dall’incontro dice che “il Papa ha voluto parlare ai vescovi” e che si deve rispettare questa volontà. Almeno due vescovi raccontano che lo stesso Papa Francesco ha raccomandato loro di “non parlare con i leoni,” perché “ho parlato liberamente,” lasciando intendere che ci poteva essere il rischio di fraintendimento.
Dal racconto – sempre comunque sul filo del detto e non detto – di alcuni presuli, si capisce che sono stati toccati temi importanti. Uno di questi è il tema della pastorale per i divorziati risposati, particolarmente importante perché sarà durante questa assemblea generale che i vescovi italiani voteranno i loro rappresentanti al Sinodo del 2015.
Raccontano che alcuni vescovi hanno fatto notare di apprezzare “le aperture pastorali,” lamentando però il fatto che loro “sono in trincea” e che dunque devono trovare un giusto accordo con la dottrina. Come conciliare le aperture pastorali con la dottrina, catechizzando così le persone? Papa Francesco avrebbe risposto loro di dire alle persone che “il Papa è in trincea come voi,” e che in fondo lui spinge solo per una maggiore attenzione della pastorale, non per un cambiamento della dottrina. In pratica, il Papa ha invitato ad un approccio pragmatico sulle questioni, affidandosi molto alle confessioni (anche questo, un tema che sembra sia stato dibattuto tra i vescovi), chiedendo ai vescovi di formare i sacerdoti, che sappiano gestire al meglio le situazioni.
Si è parlato anche di persecuzione dei cristiani, della necessità di formare laici che sappiano intervenire a livello internazionale, anche di una maggiore presenza internazionale della Conferenza Episcopale Italiana.