Bologna , domenica, 1. ottobre, 2017 11:35 (ACI Stampa).
Il primo impatto con Bologna è con gli immigrati. Nell’ Hub regionale dove i rifugiati vengono assistiti. Accolto da Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna, e dalle autorità civili il Papa ha incontrato i circa 1.000 migranti ospiti del Centro. Un incontro commovente di famiglia in un "“porto” di approdo di coloro che vengono da più lontano e con sacrifici che a volte non riuscite nemmeno a raccontare” dice Francesco. Nei loro sguardi c’è paura mista a gioia, il Papa sa cogliere quella sensazione: “Molti non vi conoscono e hanno paura” dice, ma solo “con la vicinanza che dà la misericordia” si supera la paura.
Il Papa è stato accolto come uno degli ospiti, “come uno arrivato qui” con una tesserino e un braccialetto. “A questo punto è quasi regolare” dice Zuppi che presenta uno ad uno gli ospiti una lunga serie di giovani africani che voglio tutti una foto con Francesco.
Vedere da vicino perché “da lontano possiamo dire e pensare qualsiasi cosa, come facilmente accade quando si scrivono frasi terribili e insulti via internet. Se guardiamo il prossimo senza misericordia, non ci rendiamo conto della sua sofferenza, dei suoi problemi”. E se guardiamo senza misericordia richiamo che anche Dio ci guarderà senza misericordia dice il Papa.
“In voi - aggiunge- vedo, come in ogni forestiero che bussa alla nostra porta, Gesù Cristo, che si identifica con lo straniero, di ogni epoca e condizione, accolto o rifiutato”.
Ma certo il fenomeno è complicato, “credo davvero necessario che un numero maggiore di Paesi adottino programmi di sostegno privato e comunitario all’accoglienza e aprano corridoi umanitari per i rifugiati in situazioni più difficili, per evitare attese insopportabili e tempi persi che possono illudere”.