Gorizia , domenica, 3. aprile, 2016 9:00 (ACI Stampa).
Il viaggio di Acistampa attraverso le Diocesi italiane questa domenica ci porta in Friuli Venezia Giulia. A rispondere alle nostre domande sulle celebrazioni giubilari a livello diocesano è l'Arcivescovo di Gorizia, Monsignor Carlo Redaelli.
Papa Francesco ha voluto che ogni Diocesi potesse celebrare a livello locale il Giubileo con l'apertura di una Porta Santa in ogni cattedrale. La Sua Diocesi come sta vivendo questo Anno Santo?
Nel mese di dicembre abbiamo vissuto intensamente e con ampia partecipazione dei fedeli l’apertura delle Porte della Misericordia in Cattedrale e nella basilica di Aquileia. In quell’occasione ho sottolineato che per vivere pienamente il Giubileo della Misericordia dobbiamo ricordare che esso è l’oggi della salvezza che Dio ci dona: Dio ci ama così come siamo, con le nostre generosità, i nostri ideali, i nostri desideri di verità, di bellezza, di bene ma anche i nostri egoismi, le nostre vigliaccherie, i nostri sogni di debolezza, le nostre invidie e gelosie… Nelle scorse settimane è stata aperta anche una Porta della Misericordia nel santuario mariano di Rosa Mistica a Cormons che potrà essere attraversata dai fedeli sino al mese di aprile quando, con un’ideale staffetta, apriremo la Porta nel santuario mariano dell’isola di Barbana nella laguna di Grado. È stata avviata anche la proposta delle Oasi della Misericordia nei cinque decanati della diocesi: si tratta di luoghi dove, sacerdoti e laici “esperti di umanità”, offriranno l’opportunità di un ascolto esistenziale. In aprile abbiamo in programma un pellegrinaggio a Padova, nei luoghi di San Luca, il cui Vangelo della Misericordia segna l’Anno Pastorale diocesano. Insieme alle altre Chiese del Friuli Venezia Giulia abbiamo, poi, programmato alcuni momenti giubilari comuni per il mondo del lavoro, per i sacerdoti, per le famiglie… È doveroso ricordare l’attenzione che la Chiesa goriziana rivolge ormai da tempo all’accoglienza dei richiedenti asilo che giungono a centinaia nell’Isontino provenendo, per lo più, da Pakistan ed Afghanistan: un impegno nell’esercizio delle opere di misericordia corporale (dar da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, vestire gli ignudi ed alloggiare i pellegrini…) che mi pare assuma una valenza ancora più particolare in quest’anno Giubilare.
Quali sono le iniziative messe in campo dalla Diocesi? Il Papa richiama spesso alle opere di misericordia. Come vi siete attrezzati per rispondere a questo appello?