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Il Cardinale Bagnasco sui luoghi del terremoto

Cardinale Angelo Bagnasco | Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana | Daniel Ibanez / ACI Group Cardinale Angelo Bagnasco | Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana | Daniel Ibanez / ACI Group

Arquata, Pescara del Tronto, Accumoli ed Amtrice: sono le quattro località più colpite dal terremoto in Centro Italia, che il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, visiterà il prossimo 26 ottobre. Cui seguirà il 9 novembre una visita a Spoleto, Norcia e San Pellegrino.

“Rinnoverò l’abbraccio e la vicinanza di tutti i Vescovi d’Italia alle popolazioni più colpite dal terremoto e ai pastori delle loro diocesi,” ha detto il Cardinale Bagnasco.

Il terremoto ha colpito il centro Italia lo scorso 24 agosto, causando 290 morti e più di 400 feriti. La Conferenza Episcopale Italiana ha stanziato per la prima emergenza 1 milione di euro dai fondi dell’8 per mille.

Il presidente della CEI ha detto che porterà alle popolazioni terremotate “la gratitudine per la loro testimonianza di coraggio e di fierezza, insieme alla nostra preghiera per le vittime e alla solidarietà con quanti stanno soffrendo le conseguenze di questa tragedia”.

La visita del Cardinale sui luoghi terremotati si svolgerà in due giorni: ,ercoledì 26 ottobre, si recherà prima ad Arquata e a Pescara del Tronto, accompagnato dal vescovo di Ascoli Piceno Mons. Giovanni D’Ercole, quindi ad Accumoli e Amatrice, insieme al vescovo di Rieti Mons. Domenico Pompili. Mercoledì 9 novembre sarà la volta di Spoleto, Norcia e San Pellegrino, con l’arcivescovo di Spoleto-Norcia Mons. Renato Boccardo.

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Il Cardinale Bagnasco ha sottolineato che “la dignità con cui queste comunità stanno affrontando la prova del terremoto è un grande messaggio di speranza per tutto il Paese, chiamato a ritrovare fiducia e slancio per uscire dal tunnel della crisi economica, culturale e morale che lo attanaglia” .

È signiicativo, per il Cardinale, che “la lezione e l’indicazione di marcia ci vengono dai piccoli centri: una realtà preziosa, luoghi di fede e di umanità dove le tradizioni umane e religiose costruiscono un tessuto solido e dinamico”.