Città del Vaticano , mercoledì, 29. novembre, 2017 10:00 (ACI Stampa).
Che ci sia un rapporto particolare di rispetto tra Chiesa Cattolica e buddisti è evidente fin dal logo, a forma di cuore, del viaggio del Papa.
Del resto da anni il messaggio della Santa Sede per la festa di Vesah e l’incontro di Giovanni Paolo II nel 1984 con Vasana Tara a Bangkok sono solo un esempio dei rapporti tra cristiani e buddisti. Senza considerare la partecipazione a tutte le preghiere per la pace ad Assisi fin dal 1986.
Papa Francesco si recherà al Kaba Aye Centre, luogo simbolo del buddismo Theravada, è dominato dall’omonima “Pagoda della pace mondiale”, uno dei templi buddisti più venerati dell’Asia. Costruita nel 1952 caratterizzata da un’imponente cupola d’oro.Il Kaba Aye Centre comprende anche la “Maha Pasana Guha” la “Grande grotta”, costruita in una grotta perché il primo Consiglio buddista si tenne all'interno di una grotta in India circa 2.500 anni fa.
Il Papa incontra il Comitato statale “Sangha Maha Nayaka” Istituito nel 1980 per regolare il Sangha il clero buddista in Myanmar. I monaci buddisti in Myanmar sono mezzo milione ai quali bisogna aggiungere 75 mila monache nella stragrande maggioranza appartenenti all’ordine monastico “Thudamma Nikaya”.
Il buddismo di fatto non è una relgione in senso stretto ma una dottrina etico-filosofica elaborata dall’asceta indiano Siddhārtha Gautama, vissuto tra il VI e il V secolo avanti Cristo conosciuto come il Buddha, l’ “Illuminato”. Nel tempo venne predicato come mezzo di salvezza ed è attualmente diffuso in gran parte dell’Asia centrale e dell’Estremo Oriente. Quello Theravada “degli anziani” è una delle prime scuole nate dall’insegnamento del fondatore. Di natura prettamente monastica e ascetica, esso fa riferimento al cosiddetto “Canone Pali”.