Città del Vaticano , domenica, 4. febbraio, 2018 12:14 (ACI Stampa).
“Con i segni di guarigione che compie per i malati di ogni tipo, il Signore vuole suscitare come risposta la fede” perché “la guarigione del corpo mira alla guarigione del cuore”.
Il Papa lo ricorda prima della preghiera dell’ Angelus in una domenica fredda e assolata.
Lo ricorda prima di annunciare per il 23 febbraio prossimo una giornata di preghiera e digiuno per la pace in particolare nella Repubblica Democratica del Congo e nel Sud Sudan. Ed estende l’invito a “i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani” secondo le “modalità che riterranno più opportune”.
“Il nostro Padre celeste - dice Francesco - ascolta sempre i suoi figli che gridano a Lui nel dolore e nell’angoscia, «risana i cuori affranti e fascia le loro ferite» (Sal 147,3). Rivolgo un accorato appello perché anche noi ascoltiamo questo grido e, ciascuno nella propria coscienza, davanti a Dio, ci domandiamo: “Che cosa posso fare io per la pace?”. Sicuramente possiamo pregare; ma non solo: ognuno può dire concretamente “no” alla violenza per quanto dipende da lui o da lei. Perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie; mentre lavorare per la pace fa bene a tutti!”.
E del resto, lo sguardo di Gesù è sulla “umanità solcata da sofferenze, fatiche e problemi” e “a tale povera umanità è diretta l’azione potente, liberatrice e rinnovatrice di Gesù” spiega Francesco commentando il Vangelo della liturgia domenicale. Gesù, dice il Papa, non fa prediche da laboratorio, ma sta sulla strada.