Città del Vaticano , sabato, 23. settembre, 2017 16:00 (ACI Stampa).
E’ il multilateralismo il cuore del libro che è stato presentato giovedì scorso all’ Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede che porta la firma dell’ arcivescovo Silvano Tomasi: La Santa Sede nella Famiglia delle nazioni.
“ Un servizio rivolto alla pace, ai diritti umani, allo sviluppo, alla mobilità umana, all’educazione, al commercio, alla proprietà intellettuale, alla comunicazione e alla cooperazione internazionale intesa nelle forme più ampie possibile” ha spiegato il cardinale Segretario di Stato che ha presentato il volume.
“La Santa Sede,- ha detto Parolin- con la sua diplomazia, utilizza le regole e la pratica che sono proprie del diritto internazionale e si pone come voce di mediazione e di proposta, e non solo di riferimento morale” e resta però “distinta da quella di altri Stati, poiché essa non ha particolari interessi commerciali, militari o politici da difendere o perseguire, ma serve l’interesse della persona, di ogni persona, ponendosi dunque al servizio del bene comune dell’intera famiglia umana”.
Tutela della persona quindi come unico fine, che “trova fondamento nella forza dell’amore che ispira anche l’azione diplomatica della Santa Sede”. E spesso “si dice che quella pontificia è una diplomazia di “soft power”, ovvero una diplomazia che dipende dalla capacità di conoscere e comprendere le situazioni e quindi persuadere”.
Gli interventi raccolti nel volume dell’arcivescovo che ha rappresentato la Santa Sede nei maggiori consessi internazionali dimostrano come questo insegnamento è chiamato “ad arricchirsi sempre di più partendo dalle nuove sfide”. Occorre dice Parolin “promuovere gli strumenti in grado di poter raggiungere un tale obiettivo” e “nel suo apporto al dibattito internazionale, la Santa Sede è ben cosciente dell’ambiente pluralistico e della diversità di visioni, ma sa bene che in ognuna, al di là delle differenze, sono presenti i semi della comune umanità”.