New York City, New York , sabato, 23. dicembre, 2017 16:00 (ACI Stampa).
C’è stato anche un intervento della Santa Sede alla sessione speciale delle Nazioni Unite convocata per affrontare la questione di Gerusalemme. E, in quelli stessi giorni, in Myanmar, il Cardinale Charles Maung Bo portava assistenza ai Kachin, una delle tante minoranze perseguitate nella nazione, mettendo così in luce che non c’è solo il problema dei Rohingya, su cui invece i media volevano si focalizzasse il recente viaggio di Papa Francesco.
Gerusalemme
Un intervento breve, quello della Santa Sede al dibattito presso le Nazioni Unite sullo status di Gerusalemme. Per ribadire, in fondo, quello che la Santa Sede ha sempre sottolineato, e cioè che Gerusalemme è la capitale “spirituale” di tre religioni monoteiste. Il suo status va, insomma, maneggiato con cura.
La sessione di emergenza delle Nazioni Unite chiamata a definire la situazione di Gerusalemme dopo la decisione dell’amministrazione Trump di spostare l’ambasciata USA nella Città Santa si è tenuta lo scorso 21 dicembre. A leggere la posizione della Santa Sede c’era monsignor Tomasz Gysa, della Missione Permanente presso le Nazioni Unite di New York.
Secondo il classico stile delle dichiarazioni diplomatiche, si inizia con i lati positivi, e in particolare plaudendo all’impegno dell’assemblea di evitare ogni situazione di violenza e di promuovere il dialogo e la negoziazione tra Israeliani e Palestinesi.