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Cracovia, Marek Jedraszewki è il nuovo arcivescovo

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Si chiama Marek Jedraszewski, ha 67 anni ed è il nuovo arcivescovo di Cracovia. Dopo la Giornata Mondiale della Gioventù, dopo aver dedicato gli undici anni del suo ministero pastorale alla memoria di San Giovanni Paolo II - di cui fu storico segretario particolare -, il Cardinale Stanislaw Dziwisz lascia così la guida dell’arcidiocesi a 77 anni, dopo aver superato di due anni l’età della pensione. E il vescovo Jendraszewki, che fino ad ora ha amministrato Lodz, è stato scelto per prendere il suo posto. 

Il profilo di Jedraszewski è quello di un vescovo calmo, dai contenuti chiari e tradizionali, e con una presenza pubblica forte e schietta. Attualmente, ricopre anche l’incarico di vicepresidente della Conferenza Episcopale Polacca, ed ha vari ruoli all’interno del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee – organismo che tra l’altro annovera come vicepresidente l’arcivescovo Gadecki, presidente della Conferenza Episcopale Polacca.

Originario dell’arcidiocesi di Poznan, sacerdote dal 1973, ha studiato anche all’università Gregoriana. Ha una buona dimestichezza con il mondo dei media: dal 1987 al 1996, a Poznan, è stato anche direttore Settimanale diocesano “Przewodnik katolicki” (Guida cattolica) e nel 1997 è stato Vicario episcopale per le Comunicazioni sociali. Nel 1997 viene nominato vescovo ausiliare di Poznan, e nel 2012 viene nominato vescovo metropolita di Lodz. Nella Conferenza Episcopale Polacca ricopre gli incarichi di membro del Consiglio Permanente, membro della Commissione per l’Educazione per l’Educazione Cattolica e membro della Sezione delle Scienze filosofiche nella Commissione della Fede.

Dalla personalità calma e dai contenuti chiari, l’arcivescovo è molti stimato a Lodz, dove ha lavorato in un ambiente difficile. La città ha un passato complicato, lì vivono molti socialisti o residuati dell’era comunista, e per la Chiesa cattolica non è facile riuscire a sfondare. Ciononostante, l’arcivescovo Jedraszewki è riuscito in questi anni a costruire solide fondamenta cattolica, e non cercando compromessi. Tutti i suoi pronunciamenti sono sempre stati di chiaro supporto e adesione ai valori cattolici.

Una volta, parlando di persone con tendenze omosessuali, Jedraszewski sottolineò che “la Chiesa non condanna le persone. Non odia le persone. La Chiesa insegna e dice se c’è qualcosa di cattivo. Si deve fare una differenza tra gay e omossessuali. Ci sono molte persone con tendenze omosessuali che conoscono la loro condizione e non ne fanno un vanto. Questo è qualcosa di completamente differente dall’ambiente gay, che prova a rafforzare il loro modo di vivere quasi imponendo l’identità di gender a tutti”.

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L’arcivescovo ha anche mostrato preoccupazione per la situazione dell’Occidente. “Guardando all’attuale condizione della cultura occidentale – ha detto – hai l’impressione che stiamo scivolando nell’ombra, in un posto in cui non c’è luce e nemmeno oscurità, in cui tutto è senza forma e significato, dove non c’è differenza tra verità o menzogna, giusto o sbagliato”.

Note anche le sue posizioni in difesa della famiglia. L’ha definita “una pietra miliare della società” che “viene minacciata, scartata e derisa”. Ha sottolineato che proprio in queste crisi della famiglia si trovano “i problemi che colpiscono la società polacca: le relazioni libere, i divorzi, il diniego del ruolo basico di uomini e donne, l’evitare di avere bambini per cui le persone non vogliono avere tempo e dal quale scappano attraverso il controllo delle nascite e l’aborto”.

Prese di posizione che lo misero in una posizione difficile a Lodz, e che però aiutarono a creare un ambiente di solida tradizione cattolica. Ora si troverà a lavorare in un contesto molto differente: Cracovia è considerata la capitale della cultura polacca, le persone sono molto più vicine alla tradizione cattolica. Ma è anche un posto più in evidenza di Lodz, da cui forse far partire una nuova rinascita cristiana.