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Cina: quelle croci vengono ancora abbattute

Croci abbattute in Cina | Croci abbattute in Cina  | Mediatrice.net Croci abbattute in Cina | Croci abbattute in Cina | Mediatrice.net

Si chiamava Tommaso Zeng Jingmu, aveva quasi 96 anni, ed è morto lo scorso 2 aprile. ACI Stampa ne aveva dato notizia. Ma la notizia ufficiale, però, è arrivata solo una settimana fa, tramite l’Agenzia Fides, legata alla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. E il ritardo è comprensibile. Zeng era vescovo emerito e non ufficiale della diocesi di Yuijang, nella provincia di Jianxi, in Cina. Ed aveva trascorso più di 30 anni in carcere.

La morte del vescovo Zeng capita in una settimana difficile per la Cina. Gli scorsi giorni, Harry Wu, l’attivista dissidente cinese che aveva denunciato i laogai (i campi di concentramento della Cina) mentre stava per tenere una conferenza in Honduras. E il Cardinal Joseph Zen Zekiun, arcivescovo emerito di Hong Kong, è sceso in piazza insieme ai fedeli per protestare contro l’abbattimento delle croci in Cina. Una pratica che continua.

Così, nonostante le aperture del presidente Xi Jinping, del fatto che i rapporti con la Santa Sede siano notevolmente migliorati e che i cattolici in Cina hanno potuto godere di una certa libertà nell’apertura delle Porte Sante, sono in molti che credono che questo clima di apertura verso l’esterno sia dettato solo da una necessità politica, mentre all’interno stia per avvenire una “seconda rivoluzione culturale”.

Forse i tempi non sono così oscuri, ma di certo la campagna per l’abbattimento delle croci non aiuta a vedere il futuro con fiducia. Di certo, Papa Francesco mostra grande interessa verso l’Oriente, e probabilmente un viaggio a Pechino è più facile di un viaggio a Mosca in questo momento. Perché, come ha detto una volta l’arcivescovo Claudio Maria Celli, un esperto di relazioni Vaticano-Cina, i cattolici in Cina sono sempre in una gabbia, ma di certo è una gabbia più larga di tanti anni fa.

Ci tengono tutti a specificare che non ci sono due Chiese in Cina, ma una sola Chiesa cattolica, una parte della quale è costretta a vivere in clandestinità. Di questa Chiesa costretta a vivere in clandestinità, monsignor Zeng era stato uno dei massimi esponenti: sempre fedele al Papa, ha subito persecuzioni continue ed è stato in carcere a più riprese per 30 anni.

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Ma ha lasciato una bella eredità. Perché don Zeng Zhongliang, che ha celebrato i suoi funerali, è il nipote del presule, e c’erano con lui una ventina di sacerdoti concelebranti, mentre non ci era potuto essere il vescovo non ufficiale della diocesi, Giovanni Peng Weizhao, che vive da qualche tempo in libertà limitata. 

Il suo è stato un vero esempio di testimonianza cristiana in una nazione che da sempre ha un rapporto complesso con la fede cattolica. Un rapporto che si è esplicitato nella campagna di abbattimento delle croci.

Negli scorsi giorni, decine di cristiani guidati dal Cardinal Zen hanno chiesto al governo cinese di smettere di demolire le croci e di rilasciare i leader religiosi in carcere. Il cardinale, che è stato vescovo di Hong Kong, ha detto che anche nell’ex colonia britannica la libertà religiosa sta diminuendo.

I manifestanti – che si sono radunati di fronte all’ufficio per le relazioni con la madrepatria di Hong Kong – hanno ricordato ai presenti che più di 2 mila croci sono state rimosse o demolite nella provincia del Zhejiang dalla fine del 2013. Da quando, cioè, è iniziata la campagna lanciata dal partito locale contro i simboli religiosi cristiani.

Le proteste sono giunte a seguito dell’incontro che il presidente Xi Jinping ha avuto con una rappresentanza del Fronte Unito, che riunisce tutte le realtà sociali non comuniste della Cina. Durante l’incontro, Xi ha sottolineato che i gruppi religiosi devono “aderire alla leadership del partito”, secondo una agenzia esperta di questioni asiatiche.

L’ultima demolizione delle croci è avvenuta nelle scorse settimane. Dopo la demolizione di una dozzina di croci, la gente è scesa in piazza per protesta, e alcuni dimostranti sono rimasti feriti.

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Secondo China Aid, lo scopo reale, non ufficiale, è quello di fermare la diffusione del cristianesimo nel Paese, mentre ufficialmente le croci sono abbattute in quanto “violerebbero” le norme edilizie.