Tirana , venerdì, 29. aprile, 2016 15:00 (ACI Stampa).
Si chiamava Tommaso Zeng Jingmu, aveva quasi 96 anni, ed è morto lo scorso 2 aprile. ACI Stampa ne aveva dato notizia. Ma la notizia ufficiale, però, è arrivata solo una settimana fa, tramite l’Agenzia Fides, legata alla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. E il ritardo è comprensibile. Zeng era vescovo emerito e non ufficiale della diocesi di Yuijang, nella provincia di Jianxi, in Cina. Ed aveva trascorso più di 30 anni in carcere.
La morte del vescovo Zeng capita in una settimana difficile per la Cina. Gli scorsi giorni, Harry Wu, l’attivista dissidente cinese che aveva denunciato i laogai (i campi di concentramento della Cina) mentre stava per tenere una conferenza in Honduras. E il Cardinal Joseph Zen Zekiun, arcivescovo emerito di Hong Kong, è sceso in piazza insieme ai fedeli per protestare contro l’abbattimento delle croci in Cina. Una pratica che continua.
Così, nonostante le aperture del presidente Xi Jinping, del fatto che i rapporti con la Santa Sede siano notevolmente migliorati e che i cattolici in Cina hanno potuto godere di una certa libertà nell’apertura delle Porte Sante, sono in molti che credono che questo clima di apertura verso l’esterno sia dettato solo da una necessità politica, mentre all’interno stia per avvenire una “seconda rivoluzione culturale”.
Forse i tempi non sono così oscuri, ma di certo la campagna per l’abbattimento delle croci non aiuta a vedere il futuro con fiducia. Di certo, Papa Francesco mostra grande interessa verso l’Oriente, e probabilmente un viaggio a Pechino è più facile di un viaggio a Mosca in questo momento. Perché, come ha detto una volta l’arcivescovo Claudio Maria Celli, un esperto di relazioni Vaticano-Cina, i cattolici in Cina sono sempre in una gabbia, ma di certo è una gabbia più larga di tanti anni fa.
Ci tengono tutti a specificare che non ci sono due Chiese in Cina, ma una sola Chiesa cattolica, una parte della quale è costretta a vivere in clandestinità. Di questa Chiesa costretta a vivere in clandestinità, monsignor Zeng era stato uno dei massimi esponenti: sempre fedele al Papa, ha subito persecuzioni continue ed è stato in carcere a più riprese per 30 anni.