Città del Vaticano , mercoledì, 3. gennaio, 2018 13:10 (ACI Stampa).
È morto lo scorso novembre, a 96 anni il vescovo Luca Li Jingfeng, guida della diocesi di Fengxiang, in Cina. E a dicembre è morto Mattia Yü Chengxin, vescovo di Hanzhong, dal 2007 invalido a causa di un ictus. La notizia ufficiale della scomparsa dei due presuli è stata data oggi dalla Sala Stampa vaticana.
Luca Li Jingfeng era l’unico vescovo ad essere stato riconosciuto dal governo cinese, sebbene non si fosse iscritto all’associazione patriottica, e fu invitato a partecipare a due sinodi, nel 2005 e nel 2012, senza però potervi prendere parte.
La Sala Stampa vaticana ha comunicato che il presule è deceduto venerdì 17 novembre, alle ore 7,20, e che era gravemente malato, e che il funerale è stato celebrato il 25 novembre, e che la sua salma è stata seppellita nella cattedrale di Fengxiang. La diocesi conta circa 23 mila fedeli, una quarantina di sacerdoti, venti religiosi francescani minori e un centinaio di suore.
Nato nel 1921 da una famiglia di tradizione cattolica con 8 figli, fu ordinato sacerdote il 29 giugno del 1947, e – tra i suoi incarichi – ci fu anche quello di rettore del seminario diocesano, di cui fu rettore dal 1956 al 1959. Fu arrestato nel 1959 perché contrario al “Movimento delle Tre Autonomie”, un movimento nato dal tentativo delle Chiese cristiane protestanti di tendere una mano al governo cinese. Le tre autonomie erano "autogoverno, autofinanziamento e autopropaganda", e fu generato a partire da un "Manifesto Cristiano" formulato da alcune Chiese protestanti nel maggio 1950, in cui si dichiaravano favorevoli alla riforma agraria e proclamavano la loro estraneità alle potenze imperialiste.
Il movimento trovò il favore del governo, ma non quella dei cattolici, che rifiutarono ogni forma di distacco dalla Santa Sede. Il vescovo Li visse 20 anni di prigionia e di lavori forzati. Fu liberato nel 1979, e fu consacrato Vescovo Coadiutore di Fengxiang da S.E. Mons. Antonio Zhou Weidao e il 14 febbraio 1983 divenne Ordinario di Fengxiang in seguito alla morte di Mons. Zhou.