Città del Vaticano , martedì, 22. marzo, 2016 15:28 (ACI Stampa).
Attentati di Bruxelles, la condanna di Papa Francesco. In un telegramma inviato a Jozef de Kesel, arcivescovo di Bruxelles, e firmato dal Cardinal Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, il Papa “condanna nuovamente la violenza cieco che genera tante sofferenze” e “implora da Dio il dono della pace”, invocando sulle famiglia “provate e sui belgi la benedizione divina”.
Bruxelles si sveglia e si interroga, e la Chiesa esprime il suo cordoglio. Il Cardinal Petr Erdo, arcivescovo di Esztergom – Budapest e presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee – assicura “preghiera per le vittime” davanti a “questo nuovo atto disumano” e invita “in questo tempo tormentato a non lasciarci sopraffare dalla paura e a pregare per la pace in Europa, in Medio Oriente e in tutto il mondo”.
Arriva anche il comunicato del COMECE, la Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea, che ha la sede proprio a Bruxelles. Il Cardinal Reinhard Marx, presidente del COMECE, chiede nella Settimana Santa di “pregare con particolare intensità per le vittime delle violenze e per quanti sono a loro vicini”.
E poi c’è il dolore della Conferenza Episcopale belga. I vescovi belgi – si legge nel comunicato – “sono scossi nell’apprendere dell’attentato perpetrato all’aeroporto di Zaventem e al centro di Bruxelles” e “condividono l’angoscia di migliaia di viaggiatori e le loro famiglie, operatori dell’aviazione, cittadini e squadre di soccorso di nuovo in prima linea”. Infine, i vescovi belgi richiedono che “l’intero Paese possa vivere questi giorni con grande responsabilità civica”.
Una responsabilità civica che colpisce in particolare la comunità cristiana. Monsignor Giacinto Berloco, nunzio apostolico in Belgio, ha parlato a TV2000, sottolineando che “è difficile entrare nella mente di queste persone” riferendosi agli attentatori. Ha spiegato: “Molte volte sono persone che si sentono forse emarginate o che hanno un’idea della convivenza molto diversa da quella che abbiamo noi. Sono persone che vogliono imporre le loro idee, il loro modo di essere e vivere ad una società che ha altri valori come la convivenza, il rispetto e la fraternità. Questi hanno delle idee che sono molto lontane dai valori che viviamo, che abbiamo acquisito da tempo e che costituiscono il nerbo della vita sociale”.