Città del Vaticano , sabato, 3. dicembre, 2016 12:00 (ACI Stampa).
Ricorre domani il 53/mo anniversario della promulgazione della costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium sulla liturgia, la prima delle 4 costituzioni frutto del Concilio Vaticano II. Il testo ha dato il via alla riforma liturgica messa in atto al termine dei lavori conciliari.
Le linee guida del testo prevedevano una “semplificazione” - ben differente dalla banalizzazione - della liturgia, e introducevano le lingue nazionali nel contesto delle celebrazioni.
Una spiegazione chiara di questa costituzione la ha offerta Papa Benedetto XVI pochi giorni prima della sua rinuncia effettiva al pontificato. Era il 14 febbraio 2013 e il Papa incontrava in Aula Paolo VI il clero romano all’inizio della Quaresima. Il giovane professore Joseph Ratzinger partecipò ai lavori del Concilio come assistente del Cardinale Arcivescovo di Colonia Joseph Frings.
Dedicare la prima costituzione alla liturgia - spiegava Papa Benedetto - fu importante perché così si dimostrava “il primato di Dio”. “Qualcuno - aggiungeva - aveva criticato che il Concilio ha parlato su tante cose, ma non su Dio. Ha parlato su Dio! Ed è stato il primo atto e quello sostanziale parlare su Dio e aprire tutta la gente, tutto il popolo santo, all’adorazione di Dio, nella comune celebrazione della liturgia del Corpo e Sangue di Cristo. In questo senso, al di là dei fattori pratici che sconsigliavano di cominciare subito con temi controversi, è stato, diciamo, realmente un atto di Provvidenza che agli inizi del Concilio stia la liturgia, stia Dio, stia l’adorazione”.
Tra le idee essenziali in primis vi era - proseguiva Benedetto XVI - “il Mistero pasquale come centro dell’essere cristiano, e quindi della vita cristiana, dell’anno, del tempo cristiano, espresso nel tempo pasquale e nella domenica che è sempre il giorno della Risurrezione. Sempre di nuovo cominciamo il nostro tempo con la Risurrezione, con l’incontro con il Risorto, e dall’incontro con il Risorto andiamo al mondo. In questo senso, è un peccato che oggi si sia trasformata la domenica in fine settimana, mentre è la prima giornata, è l’inizio; interiormente dobbiamo tenere presente questo: che è l’inizio, l’inizio della Creazione, è l’inizio della ricreazione nella Chiesa, incontro con il Creatore e con Cristo Risorto. Anche questo duplice contenuto della domenica è importante: è il primo giorno, cioè festa della Creazione, noi stiamo sul fondamento della Creazione, crediamo nel Dio Creatore; e incontro con il Risorto, che rinnova la Creazione; il suo vero scopo è creare un mondo che è risposta all’amore di Dio”.