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Francesco e Benedetto: sacerdozio, grazia e misericordia

Papa Benedetto e Papa Francesco |  | L'Osservatore Romano
Papa Benedetto e Papa Francesco | L'Osservatore Romano
L'abbraccio tra Francesco e Benedetto XVI  |  | CTV
L'abbraccio tra Francesco e Benedetto XVI | CTV
L'abbraccio tra Francesco e Benedetto XVI  |  | CTV
L'abbraccio tra Francesco e Benedetto XVI | CTV
L'abbraccio tra Francesco e Benedetto XVI  |  | CTV
L'abbraccio tra Francesco e Benedetto XVI | CTV
L'abbraccio tra Francesco e Benedetto XVI  |  | CTV
L'abbraccio tra Francesco e Benedetto XVI | CTV

Una festa sobria ma cordiale e affettuosa quella che il Papa e la Curia Romana hanno riservato nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico al Papa Emerito Benedetto XVI in occasione del 65/mo anniversario della sua ordinazione presbiterale.

E' la festa della "storia di una chiamata", ha esordito Papa Francesco ricordando l'ordinazione sacerdotale del suo predecessore. Papa Benedetto - ha detto ancora il suo successore - dicendo sì a Cristo, dicendo "Signore ti amo" ha dedicato "una vita intera spesa al servizio sacerdotale e della vera teologia" definita "la ricerca dell'amato".

Papa Benedetto - ha proseguito Francesco - "ha sempre testimoniato e testimonia ancora oggi che la cosa decisiva nelle nostre giornate, quella solo con la quale viene anche tutto il resto, è che il Signore sia veramente presente, che lo desideriamo, che interiormente siamo vicini a lui, che lo amiamo, che davvero crediamo profondamente in lui e credendo lo amiamo veramente. È questo amare che veramente ci riempie il cuore, questo credere è quello che ci fa camminare sicuri e tranquilli sulle acque, anche in mezzo alla tempesta, proprio come accadde a Pietro; questo amare e questo credere è quello che ci permette di guardare al futuro non con paura o nostalgia, ma con letizia, anche negli anni ormai avanzati della nostra vita".

Benedetto XVI "continua a servire la Chiesa, non smette di contribuire veramente con vigore e sapienza alla sua crescita; e lo fa da quel piccolo Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano che si rivela in tal modo essere tutt'altro che uno di quegli angolini dimenticati nei quali la cultura dello scarto di oggi tende a relegare le persone quando, con l'età, le loro forze vengono meno. È tutto il contrario".

Da un luogo "francescano" come il Mater Ecclesiae - ha concluso Francesco - promana una tranquillità, una pace, una forza, una fiducia, una maturità, una fede, una dedizione e una fedeltà che mi fanno tanto bene e danno forza a me ed a tutta la Chiesa. Santità, possa continuare a sentire la mano del Dio misericordioso che La sorregge, che possa sperimentare e testimoniarci l'amore di Dio; che, con Pietro e Paolo, possa continuare a esultare di grande gioia mentre cammina verso la meta della fede".

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Tra Francesco e Benedetto al termine del discorso un Papa un lungo e affettuoso abbraccio, poi il ringraziamento del Papa Emerito.

"Santo Padre - ha esordito Benedetto XVI - 65 anni fa mio fratello ordinato con me ha scritto una parola in greco sulla immaginetta a ricordo della ordinazione: Efkaristomen... In questa parola c'è tutto che quello si può dire... Grazie, grazie a tutti, a Lei Santo Padre. La sua bontà, ogni momento mi colpisce interiormente, la sua bontà è il luogo dove abito e mi sento protetto. Spero che possa andare avanti sulla strada della misericordia, mostrando la strada di Dio. Grazie al cardinale Sodano, per le parole che hanno reso presente la mia ordinazione sacerdotale. Con queste parole sento l'essenziale della mia visione sacerdotale. Sono grato per una amicizia tangibile. Grazie al cardinale Muller per il suo lavoro, per il testo curato sul mio ministero sacerdotale. Efkaristomen... è un ringraziamento umano ma anche alla Parola che si nasconde... ci manda a quella realtà di ringraziamento, alla dimensione che Cristo ha dato, ha trasformato la sofferenza e il male del mondo e ci dà ogni giorni il pane della vera vita che supera il mondo grazie al suo amore. Così riceviamo la novità della vita, e trasformiamo un mondo in cui la vita ha vinto la morte".