Saranno cinque le “vie” da imboccare con maggiore vigore dopo il Convegno Ecclesiale di Firenze del 2015. Papa Francesco giungerà nel capoluogo toscano nel secondo giorno di lavori; non all’inizio, né al termine, per offrire il suo contributo “operativo” e di indirizzo al quinto evento ecclesiale della Chiesa italiana, che si celebra ogni dieci anni, in programma dal 9 al 13 novembre prossimi.
Con la morte in croce Gesù rivela lo “stile di Dio e del cristiano: l’umiltà. Uno stile che non finirà mai di sorprenderci e di metterci in crisi: a un Dio umile non ci si abitua mai!”. Lo ha detto Papa Francesco aprendo l’omelia della Domenica delle Palme in Piazza San Pietro.
Papa Francesco è vicino alle popolazioni di Cile e Perù per le gravi inondazioni che hanno causato “vittime e numerosi danni materiali”.
“Il mondo cristiano ha perso un importante leader spirituale, un coraggioso e saggio pastore che ha servito fedelmente la sua comunità in tempi estremamente difficili”. Messaggio di Papa Francesco per la morte del Patriarca della Chiesa Assira d’Oriente, Mar Dinkha, per esprimere “le mie più sentite condoglianze” e assicurare “la vicinanza spirituale vicinanza di tutti i cattolici”.
“La Santa di Ávila risplende come guida sicura e modello attraente di donazione totale a Dio”; “ci ha lasciato un grande tesoro, pieno di proposte concrete, vie e metodi per pregare, che, lungi dal chiuderci in noi stessi o dal condurci solo ad un equilibrio interiore, ci fanno ripartire sempre da Gesù e costituiscono un’autentica scuola per crescere nell’amore verso Dio e verso il prossimo”. Lo scrive Papa Francesco a Padre Saverio Cannistrà, Preposito Generale dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, per unirsi “insieme a tutta la Chiesa al rendimento di grazie per il carisma di questa donna eccezionale”, nei cinquecento anni dalla nascita di Santa Teresa di Gesù”.
L’annuncio è dato in contemporanea a Roma e Firenze e Prato: Papa Francesco il 10 novembre sarà nelle due città toscane. A Roma l’annuncio è stato dato dal segretario della Conferenza Episcopale Italiana, monsignor Nunzio Galantino.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà ricevuto da Papa Francesco in Vaticano il prossimo 18 aprile alle ore 10.
“E’ costante la sollecitudine di Papa Francesco per la situazione delle famiglie cristiane e di altri gruppi vittime dell’espulsione dalle proprie case e dai propri villaggi, in particolare nella città di Mosul e nella piana di Ninive, molte delle quali si erano rifugiate nella regione autonoma del Kurdistan iracheno”. Lo afferma il Vaticano in una nota pubblicata oggi.
Preghiamo per i cristiani del Medio Oriente che stanno “soffrendo una persecuzione quotidiana”. Lo avevano detto insieme Papa Francesco e Mar Dinka IV, Patriarca ortodosso della Chiesa Assira d’Oriente lo scorso 2 ottobre in Vaticano. Oggi la notizia della morte del Patriarca che era in cura negli Stati Uniti.
“Benvenuti. Questa è la casa di tutti, è casa vostra. Le porte sono sempre aperte per tutti.” Francesco accoglie così i senta tetto in visita ai Musei Vaticani.
Presentato questa mattina il programma del viaggio di Papa Francesco a Torino, in occasione dell’Ostensione della Sindone. Come annunciato dall’Arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, il Santo Padre si recherà nel capoluogo piemontese per due giorni, i prossimi 21 e 22 giugno 2015.
"Papa, cardinali, religiosi e laici devono pregare per il Sinodo, per l'unità tra Chiesa e famiglia. Al Sinodo serve la preghiera, non le chiacchiere". Così Papa Francesco stamane aprendo - sotto la pioggia - l'udienza generale in piazza San Pietro.
Telegramma di cordoglio del Papa. Vicinanza alle famiglie delle vittime e ai soccorritori
Bisogna essere cristiani a tutto tondo, senza porre condizioni, accettando lo stile divino della salvezza. Lo ha ribadito questa mattina Papa Francesco nel corso dell'omelia della messa quotidiana celebrata a Santa Marta.
Giustizia e misericordia, un binomio inscindibile per Papa Francesco che nel commento alle letture della messa di oggi ha proposto una riflessione tratta dai padri della Chiesa. Nella omelia della messa celebrata nella Cappella dello Spirito Santo a Casa Santa Marta il Papa mette a confronto tre donne e tre giudici: una donna innocente, Susanna, una peccatrice, l’adultera, e una povera vedova bisognosa: “figure allegoriche della Chiesa: la Chiesa Santa, la Chiesa peccatrice e la Chiesa bisognosa”.
Sabato 23 marzo 2013. E' da poco passato mezzogiorno. Un elicottero con a bordo un vescovo di bianco atterra a Castel Gandolfo. Ad attendere il velivolo sulla pista c'è un altro vescovo vestito di bianco. Il Pontefice regnante, Francesco, scende dall'elicottero e si avvia con le braccia aperte verso il suo predecessore Benedetto XVI. E' la prima volta che il nuovo Papa incontra chi lo ha preceduto sulla Cattedra di San Pietro. L'emozione è palpabile, il calore umano è intenso.
“Il Vangelo; il crocifisso e la testimonianza della nostra fede, povera, ma sincera” sono le “tre cose” da offrire a chi “vuole vedere Gesù”, “a quanti sono alla ricerca del volto di Dio; a chi ha ricevuto una catechesi da piccolo e poi non l’ha più approfondita; a chi ha perso la fede, a tanti che non hanno ancora incontrato Gesù personalmente”.
Giovani, ma non solo sul lungomare Caracciolo per Papa Francesco. L’ultimo abbraccio con Napoli si consuma sul mare, con i 100mila che partecipano ad un dialogo semplice e franco. Abbandonato il testo preparato, la richiesta di Francesco è quella di un nuovo patto fra giovani ed anziani. “Ogni primavera si fiorisce un'altra volta”, dice; e consiglia: “Ai giovani, non perdere la speranza; agli anziani portare avanti la saggezza”. Ma, più di tutto, esorta ad andare avanti insieme, perché “un popolo che non cura i giovani e gli anziani non ha futuro”. E la voglia di futuro è la migliore “uscita dalla crisi”.
La malattia – ha osservato il Pontefice – è mistero. E ci si può accostare ad una malattia “soltanto in spirito di fede”
Vi sono vicino ''portandovi la parola e l’amore di Gesù, che è venuto sulla terra per rendere piena la nostra speranza ed è morto in croce per salvare ciascuno di noi". E' l'incipit del discorso che Papa Francesco ha consegnato ai detenuti di Poggioreale prima di pranzare con loro.