Damasco , lunedì, 9. dicembre, 2024 16:00 (ACI Stampa).
L'unica istituzione che ha sempre guardato alla guerra civile in Sira con apprensione è stata la Chiesa cattolica e in modo particolare il Nunzio a Damasco Mario Zenari che in questi anni e fino a qualche mese fa, come ad aprile al convegno delle Caritas diocesane di Grado aveva messo in guardia da una escalation di violenza civile
Nelle ultime ore il nunzio ha rilasciato alcune interviste che raccontano sempre della stessa speranza di rispetto per i cristiani. Certo lo scorso 1 dicembre la casa dei Francescani di Aleppo è stato distrutta. Ma i religiosi di vari ordini non lasciano la loro missione. Il nunzio apostolico a Damasco dice: “Chi ha preso il potere ha promesso che rispetteranno tutti, ma la strada è ancora tutta in salita. La comunità internazionale abolisca le sanzioni, sono un peso che grava sulla povera gente”.
Per strada ad Aleppo e Damasco si vedono le scene già viste di violenze e abbattimento di statue, e i ribelli jahidisti certo non hanno delle buone credenziali per arrivare alla democrazia. L'idea è che si sia passati dalla padella alla brace.
Dopo 14 anni di guerra civile dichiarata la caduta di Bashar al-Assad, arrivato con la famiglia in Russia, arrestato il premier al-Jalali. Il cardinale Mario Zenari dice: "la strada è tutta in salita, chi ha preso il potere ha promesso che tutti saranno rispettati, che si farà una nuova Siria, e speriamo che mantengano le promesse, ma la strada è naturalmente ancora tutta in salita.
Questi ribelli hanno incontrato i vescovi ad Aleppo subito, nei primi giorni, assicurando che rispetteranno le varie confessioni religiose e rispetteranno i cristiani. Seriamo che mantengano questa promessa e che si vada verso una riconciliazione e che oltre alla riconciliazione la Siria possa trovare anche un po’ di prosperità, perché la gente ormai non ne poteva più".