Roma , venerdì, 29. novembre, 2024 14:00 (ACI Stampa).
Vola, il Crocifisso "bianco” (titolo originario, "White Crucifixion") di Chagall. Sembra essere un uccello in volo, verso il Cielo, il Paradiso. Un bianco, “sporco” (le tonalità del grigio sono ben evidenti) rende questo Crocifisso un’opera pittorica unica nel suo genere. Ha qualcosa di sublime, leggero, e al contempo di presente, corporeo: la carne del Cristo crocifisso riesce a donare allo spettatore questo andamento dilemmatico dell’animo. Scale, fuochi, personaggi che volteggiano attorno alla figura di Cristo che è sulla Croce.
Tutto questo “fantasmagorico” mondo (sembra essere davvero frutto della fantasia del famoso pittore ebreo) è possibile ammirarlo dal 27 novembre, a Roma, a Palazzo Cipolla, sede del nuovo Museo del Corso – Polo museale, progetto promosso dalla Fondazione Roma. Quarta mostra della rassegna “Giubileo è cultura” a cura del Dicastero per l’Evangelizzazione, Sezione per le Questioni fondamentali dell’Evangelizzazione nel mondo, in collaborazione con la Fondazione Roma che, a ingresso libero, durerà fino al 27 gennaio. Questo dipinto (del 1938) è uno dei lavori più profondi e simbolici di Chagall, creato all’indomani della “Notte dei Cristalli”, l’inizio dell’escalation di terrore e violenza nazista antisemita.
“La Crocifissione Bianca” rappresenta, infatti, una potente riflessione sulla sofferenza e sull’unità tra le religioni, ponendo Gesù, crocifisso al centro, come simbolo di speranza universale. L’opera è particolarmente cara a Papa Francesco, che ne ha sottolineato il messaggio di fratellanza e di riconciliazione tra culture e fedi.
Il pittore ebreo, bielorusso, matura la sua esperienza religiosa nel piccolo villaggio di Vitebsk prima di aprirsi al mondo culturale ed artistico del sud Europa e di accingersi a dipingere ben 105 pannelli raffiguranti scene della Bibbia: “Mi è sempre sembrato e mi sembra tuttora che la Bibbia sia la principale fonte di poesia di tutti i tempi. Da allora, ho sempre cercato questo riflesso nella vita e nell'arte. Per me, come per tutti i pittori dell'Occidente, essa è stata l'alfabeto colorato in cui ho intinto i miei pennelli”. A questo proposito, il filosofo Gaston Bachelard scriverà: “Chagall legge la Bibbia e subito i passi biblici diventano luce per tutti”.