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Emirati Arabi, benedetta la chiesa di San Francesco nella Abrahamic Family House

Dopo l’inaugurazione dello scorso anno, la chiesa e l’altare di San Francesco sono stati benedetti finalmente lo scorso 3 novembre

Abrahamic Family House | La chiesa di San Francesco nella Abrahamic Family House | AVOSA Abrahamic Family House | La chiesa di San Francesco nella Abrahamic Family House | AVOSA

In una cerimonia presieduta dall’arcivescovo Christophe El-Kassis, nunzio apostolico negli Emirati Arabi Uniti, lo scorso 3 novembre è stato dedicato l’altare e benedetta la chiesa di San Francesco, parte del complesso della Abrahamic Family House ad Abu Dhabi. Il complesso, che include la chiesa di San Francesco, una sinagoga e una moschea, è stato costruito a seguito della visita di Papa Francesco nel Paese nel febbraio 2021, quando ad Abu Dhabi fu firmata anche la Dichiarazione per la Fraternità Umana, che è stata poi per Papa Francesco la base per l’enciclica Fratelli Tutti.

La chiesa era stata già aperta nel febbraio 2023, in una celebrazione presieduta dai cardinali Miguel Angel Ayuso, prefetto del Dicastero per il Dialogo Interreligioso, e Michael Louis Fitzgerald, che di quel dicastero era stato segretario prima di essere inviato nunzio in Egitto. Tuttavia, la dedicazione dell’altare e la benedizione della chiesa sono avvenuti più di un anno dopo, e solo quando Papa Francesco ha ricevuto lo scorso maggio una lettera dallo Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, presidente degli Emirati Arabi Uniti, che confermava che la chiesa era donata a Papa Francesco e alla Chiesa Cattolica.

Lo scorso 28 ottobre, una delegazione della Abrahamic Family House è stata ricevuta da Papa Francesco, cui ha portato come dono un modello della chiesa di San Francesco.

La celebrazione è stata, come detto, presieduta dal nunzio, mentre l’omelia è stata pronunciata dal Vescovo Paolo Martinelli, vicario apostolico dell’Arabia del Sud, sotto la cui giurisdizione cade la Chiesa. Ricordando l’episodio evangelico del “figlio di Abramo” Zaccheo, Martinelli ha sottolineato che la Abrahamic Family House è “un luogo dove i figli di Abramo possono incontrarsi e riconoscersi insieme come parte di una lunga storia. Come Zaccheo, siamo tutti figli di Abramo. Siamo i suoi discendenti. Questo ci permette di camminare insieme ad ogni persona di buona volontà, qualunque sia la loro fede, e contribuire a una pacifica coesistenza e alla costruzione di un mondo più umano e fraterno.

Padre Stefano Luca, che è il responsabile delle attività pastorali, culturali e interreligiose della chiesa e direttore dell’Ufficio per il Dialogo Ecumenico e Interreligioso creato recentemente nel vicariato, ha sottolineato che la dedicazione dell’altare e la benedizione della chiesa sono “una pietra miliare che mostra e sottolinea inequivocabilmente il pieno impegno della Chiesa Cattolica per la fraternità”.

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Frate Francescano, padre Luca non poteva non ricordare l’incontro di San Francesco a Damietta con il sultano d’Egitto Al-Malik Al-Kamil, avvenuto nel 1219. Incontro, ha detto, che ha stabilito una amicizia e un dialogo interreligioso che è stato poi ribadito 800 anni dopo ad Abu Dhabi con la firma del documento della Fraternità Umana.

Anche il vescovo Paul Hinder, vicario emerito per l’Arabia del Sud e testimone della firma del Documento sulla Fraternità Umana, ha preso parte alla cerimonia, che ha descritto come “la conclusione di una storia che è cominciata nel tardo 2018”, quando già nelle prime fasi della preparazione del viaggio “il governo di Abu Dhabi ha rivelato che lo sceicco Mohammed bin Zayed voleva donare una chiesa a Papa Francesco.

La penisola di Arabia è stata affidata alla cura dei Cappuccini sin dallo stabilimento del Vicariato Apostolico di Arabia del 1889.

Il complesso della Abrahamic Family House è stato progettato dall’architetto sir David Adjaye. I tre luoghi di culto hanno uguali dimensione e struttura. La Moschea è rivolta verso la Mecca, la Chiesa è rivolta verso est e la Sinagoga è rivolta verso Gerusalemme, mentre il giardino che collega i tre edifici riflette il simbolismo dei giardini e le implicazioni religiose delle tre religioni. Dopo la cerimonia di apertura, i tre luoghi di culto accoglieranno ciascuno i propri fedeli per praticare le proprie credenze, il proprio culto e le proprie cerimonie religiose.