Città del Vaticano , venerdì, 27. marzo, 2015 13:26 (ACI Stampa).
“Questo tempo di Quaresima è il tempo più adatto per ‘l’ispirazione’, per fare dei forti, grossi respiri di Spirito Santo attraverso quel poco che possiamo fare, in modo che poi dopo, quando andiamo verso gli altri – senza che ce ne accorgiamo – forse, il nostro respiro, il nostro alito profuma un po’ di Gesù”. Ha concluso così le sue prediche di Quaresima padre Raniero Cantalamessa, che questa mattina ha tenuto la sua ultima meditazione nella Cappella Redemptoris Mater in Vaticano sul tema “Due polmoni, un solo respiro - Oriente ed Occidente uniti nella professione della stessa fede”.
Andando incontro alla Pasqua, ha spiegato il Padre, si percepisce concretamente quanto sia fondamentale il contatto nel mistero di Dio, per far scaturire in noi il desiderio di Lui, che si fa vivo nell’“incontro personale con Gesù”.
“La possibilità di un tale incontro a tu per tu – ha detto il Predicatore della Casa Pontificia - dipende dal fatto che Gesù risorto è vivo e desidera camminare affianco di ogni credente così realmente come camminava affianco dei due discepoli di Emmaus lungo il viaggio, anzi, di più, come era con i due discepoli quando tornavano a Gerusalemme dopo che avevano ricevuto il pane spezzato da Gesù, perché adesso era dentro di loro, non era affianco”.
Questo incontro deve ripetersi sempre nella nostra vita, se non vogliamo ridurre il cristianesimo ad una dottrina. Perché “il Vangelo riempie di gioia il cuore e la vita del credente?”, si è chiesto il Padre Cappuccino. La risposta è proprio nell’incontro “personale con Gesù”, che si fa “rapporto intimo, da persona a persona”, “un incontro libero, voluto, spontaneo, non puramente nominale, giuridico o abitudinario”.
Padre Cantalamessa ha parlato delle varie aggregazioni laicali, soffio dello Spirito nel post Concilio, realtà che facilitano questo percorso di scoperta della persona di Gesù. “Il contributo comune di tutte queste realtà vastissime, sia pe consistenza numerica che per indole, costituisce un elemento comune: sono l’occasione per molti laici adulti di prendere coscienza del proprio battesimo e di decidere liberamente della loro appartenenza, quindi diventare soggetti attivi della Chiesa, non più solo passivi”.