Città del Vaticano , domenica, 18. ottobre, 2015 11:00 (ACI Stampa).
Secondo le migliori buone pratiche, si dia “accoglienza, consulenza e sostegno immediato a tutti i bambini e donne che si guadagnano da vivere sulla strada o vivono in strada, per liberarsi da ogni forma di sfruttamento o di umiliazione e per permettere loro di condurre una vita conforme alla dignità umana”.
“Nello stesso momento, esortiamo i trafficanti, gli sfruttatori e i clienti a convertirsi, abbandonando tali attività e a inserirsi in programmi di riabilitazione”. E’ quanto contenuto nel “Piano d’azione in risposta al fenomeno dei bambini e delle donne che si guadagnano da vivere sulla strada o vivono in strada”, pubblicato in questi giorni come frutto del Simposio internazionale sulla pastorale di strada, promosso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti.
Il “Piano” si oppone a “tutte le forme di violenza, tratta, abuso e sfruttamento inflitte a bambini e donne, che li costringono a condurre una vita senza dignità, che generano un devastante impatto negativo sulla persona e sulla sua famiglia, nonché sulla società”, oltre che a “tutte le forme di atti legali e di politiche favorevoli alla prostituzione, realtà che disonora e degrada la dignità della vita di bambini, donne e uomini, ed anche temendo che tale riconoscimento legale potrebbe ulteriormente incoraggiare le attività criminali che schiavizzano gli innocenti bambini, donne e uomini per sfruttamento sessuale e lavorativo”.
Nel documento anche un invito chiaro a vescovi e rettori dei seminari a scrivere a livello locale un documento sul tema, che è stato affrontato a Roma, dal 13 al 17 settembre scorso.
“Durante l’incontro – fanno sapere dal Pontificio Consiglio -, sono stati studiati specifici piani d’azione per contrastare la dilagante piaga dei bambini e delle donne che si guadagnano da vivere sulla strada o che vivono in strada e delle loro famiglie, una realtà drammatica che richiede interventi tempestivi sia da parte della Chiesa Universale e delle Chiese locali, che da parte delle Istituzioni civili”.
I delegati provenienti da 42 Paesi di tutti i continenti e da 12 istituzioni cattoliche e congregazioni religiose hanno presentato a Papa Francesco le riflessioni e le deliberazioni emerse durante i giorni di lavoro. Il Documento Finale, sotto forma di Piano d’azione, mira a dare dignità e rispetto ai bambini e alle donne vittime di sfruttamenti e abusi e sprona a un rinnovato impegno comune nella lotta a gravi crimini contro l’umanità.