Cortina d'Ampezzo , mercoledì, 26. agosto, 2015 15:30 (ACI Stampa).
Che cosa è la dignità? Lo spiega Giovanni Maria Flick, già presidente della Corte Costituzionale e Ministro, in un saggio pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana e presentato la scorsa settimana a Cortina d’Ampezzo. Si chiama “Elogio della dignità,” ed è un libro dai contorni drammaticamente attuali.
Non a caso, nell’incontro a Cortina si è parlato della dignità in concreto di ciascuno, a cominciare da quelle dei migranti sui barconi che attraversano il Mediterraneo. Ma il fatto che sia Giovanni Maria Flick a scrivere il libro porta anche lo sguardo indietro, agli anni Ottanta, quando il reato di plagio fu proclamato incostituzionale. Giovanni Maria Flick era tra coloro che relazionarono alla Corte Costituzionale nel 1981, e la sentenza ha una sua parte nella storia della dignità umana. Perché da una parte veniva affermato che non si potevano definire con certezza le attività di plagio, e per questo una condanna non poteva essere emessa sulla base di una non meglio provata manipolazione mentale. Dall’altro, la sentenza fa una lunga storia di come il reato di plagio è stato inteso negli anni nelle varie giurisprudenze degli Stati italiani, fino ad analizzare il Codice Rocco, che “contemplava come figura distinta, ma parallela alla riduzione in schiavitù, il plagio, affermando che questo reato « consiste nel sottoporre taluno al proprio potere in modo da ridurlo in tale stato di soggezione da sopprimerne totalmente la libertà individuale»,” si legge nella sentenza.
Spiegare il dibattito di allora sarebbe lungo, e servirebbe un tecnico. Ma in ambienti giuridici si fa notare come l’incostituzionalità del reato di plagio in qualche modo abbia anche indebolito il reato di riduzione in schiavitù, nonché abbia indebolito il potere giuridico nei confronti delle manipolazioni mentale messe in atto, ad esempio, dalle sette. Non è forse quello anche un ridurre la dignità umana?
Giovanni Maria Flick, però, non si sofferma nel testo su temi meramente giuridici. Il testo è diviso in diciotto capitolo, che il professor Vincenzo Buonomo, consulente dello Stato di Città del Vaticano, chiama efficacemente “diciotto immagini,” che “ripercorrono il significato che la dignità assume nell’oggi dei rapporti tra persone, e tra queste e le istituzioni, fino a quei più complessi rapporti tra i popoli e gli Stati.”
Un percorso fatto – aggiunge Buonomo – “enunciando criteri come la concretezza, i valori umani e religiosi, la libertà, la solidarietà, la sicurezza; e principi, quali il rispetto delle regole, la legalità, l’uguaglianza, la diversità.”